marco alessandrini credifarma«All’interno di qualsiasi comunità, sia essa metropolitana o rurale, la farmacia ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante, prima nell’ambito della filiera della salute e, successivamente, in quello del benessere». A ricordarlo è Marco Alessandrini, amministratore delegato di Credifarma, in un intervento sulla rivista di Banca Ifis nel quale ha sottolineato come ciò sia possibile grazie alla presenza capillare sul territorio da parte delle farmacie: «Un posizionamento cresciuto nel tempo in maniera discreta, efficace, autorevole. Oggi in Italia abbiamo oltre 19.000 farmacie contro circa 12.800 uffici postali e 4.500 caserme dei Carabinieri. Nella salute infatti la territorialità è un valore».

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Anche perché la speranza di vita media degli italiani, dal 1960 ad oggi, «è passata da 67,2 anni per gli uomini e 72,3 anni per le donne, a rispettivamente 80,6 e 85,1 anni e il trend è destinato ad aumentare». Inoltre, «nel medesimo periodo è diminuita l’assistenza ospedaliera: tra strutture pubbliche e private accreditate, si è passati dalle circa 2.500 del 1960 alle circa 1.000 del 2015». In questo contesto è evidente che la farmacia può assumere un ruolo sempre più importante nel Sistema sanitario nazionale.

Secondo Alessandrini, infatti, «lo scenario prospettico della farmacia oggi poggia su tre temi cardine, non solo per lo sviluppo sociale e scientifico, ma anche per la sua sostenibilità economica: la cronicità, l’aderenza alla terapia e la farmacia dei servizi. In ognuno di questi comparti la farmacia può realizzare, contemporaneamente, un triplice vantaggio: supplire alla desertificazione dell’assistenza sanitaria sul territorio, costituire quindi la prima infrastruttura sanitaria di prossimità e trovare nuova linfa per la sostenibilità economica messa in discussione principalmente dalla disintermediazione dei farmaci più costosi sugli ospedali, dalla scadenza dei brevetti e quindi dallo sviluppo dei generici. Per far questo la farmacia deve necessariamente riconsiderare la propria organizzazione acquisendo maggiore consapevolezza dei comportamenti dei consumatori».

Il numero uno di Credifarma sottolinea tuttavia anche il «notevole ritardo in tema di “Pharmacy Digitalization” e quindi di strategia digitale». Per questo occorre investire in «software, app e social network», che saranno «degli strumenti attraverso cui fornire un miglior servizio ai propri pazienti e utenti».

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