Come è noto, la resistenza antimicrobica (Amr) è una minaccia per la salute globale, con conseguenze dirette sull’aumento della mortalità e sui costi sanitari. Per contrastare questo fenomeno, sono stati implementati i programmi di stewardship antimicrobica (Asp), volti a ottimizzare l’uso degli antibiotici e a limitare la resistenza. Una recente rassegna sistematica, dal titolo «The role of clinical pharmacists in Antimicrobial stewardship programs (Asps): a systematic review», pubblicata sulla rivista scientifica «The Cureus Journal of Medical Science», ha avuto l’obiettivo di sintetizzare le evidenze relative al ruolo e all’impatto dei farmacisti all’interno degli Asp ospedalieri. La ricerca bibliografica, estesa a diverse banche dati, ha permesso così di identificare studi pertinenti pubblicati nel periodo 2016-2023. In totale, 24 studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione, comprendendo sia osservazioni globali che sperimentazioni cliniche randomizzate.

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Attività e interventi dei farmacisti negli Asp. Come rilevato nella ricerca, i farmacisti hanno svolto diverse attività nell’ambito degli Asp, tra cui audit prospettici, gestione del prontuario farmaceutico, de-escalation terapeutica, sviluppo di linee guida e attività educative. Gli interventi guidati dai farmacisti hanno portato a miglioramenti significativi nella prescrizione degli antibiotici, riducendo l’uso non necessario, ottimizzando la terapia e migliorando gli esiti clinici. Diverse ricerche analizzate nello studio hanno evidenziato in che modo le revisioni farmaceutiche abbiano ridotto il tempo per raggiungere una terapia antibiotica ottimale e migliorato l’aderenza alle linee guida, senza influenzare negativamente i tassi di riammissione o di nuove visite. I programmi di de-escalation hanno dimostrato di ridurre in modo sicuro la durata della terapia antibiotica e il tempo di degenza ospedaliera. Le raccomandazioni proposte dai farmacisti hanno registrato alti tassi di accettazione.

Risultati e implicazioni per il futuro. Come emerso dall’analisi dei dati, la stewardship farmaceutica ha contribuito a limitare l’uso complessivo di antibiotici, i costi e la durata del trattamento in diversi reparti ospedalieri, generando risparmi significativi. Sebbene la maggior parte degli studi abbia rilevato impatti positivi, pochi hanno osservato cambiamenti significativi nella resistenza antimicrobica o nella mortalità su periodi brevi. Dunque, alla luce di quanto riscontrato, secondo i ricercatori è necessario ulteriore approfondimento sul tema, sebbene le evidenze attuali dimostrano che i farmacisti svolgono ruoli critici all’interno degli Asp, portando a un miglior uso degli antibiotici e a esiti clinici ottimali. I risultati supportano l’integrazione dei farmacisti nelle attività di stewardship e confermano l’importanza di estendere i programmi anche all’ambito ambulatoriale.

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