«La legge di Bilancio approvata alla Camera contiene una serie di norme che tagliano di netto tutti gli alibi all’esclusione dei farmacisti italiani da servizi e prestazioni che in decine di altri paesi costituiscono da anni la base dell’attività professionale sul territorio: a cominciare dalla partecipazione alle campagne di screening e vaccinali». Sono le parole di Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), a margine dell’approvazione della legge di Bilancio, avvenuta alla Camera mercoledì 23 dicembre 2020. Mandelli è firmatario degli emendamenti che prevedono la possibilità per il farmacista di eseguire direttamente il prelievo di sangue capillare, indispensabile per l’esecuzione dei test di prima istanza, oltre all’esecuzione di test sierologici e tamponi rapidi su tutto il territorio nazionale e la possibilità di praticare vaccinazioni in farmacia, con la supervisione del medico.
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Legge a vantaggio dei cittadini
«Si superano così – evidenzia Mandelli – disposizioni di legge anacronistiche che in alcuni casi fanno rifermento addirittura a decreti del Regno d’Italia. E questo innanzitutto a vantaggio dei cittadini, come dimostra l’esperienza delle Regioni, come il Lazio e l’Emilia Romagna, che già hanno attivato alcune di queste prestazioni nel loro territorio. Non era pensabile che il nostro paese potesse affrontare un’impresa titanica, come vaccinare contro il nuovo coronavirus decine di milioni di abitanti, senza nemmeno darsi la possibilità di mobilitare tutte le risorse del servizio sanitario. A cominciare dai 60.000 farmacisti di comunità, che anche durante il lockdown hanno garantito al meglio l’assistenza senza interruzioni, senza indietreggiare mai».
Mandelli: «Ora serio investimento sulla farmacia italiana»
«A questi risultati fondamentali – conclude Mandelli – tanto per la professione quanto per la tutela della salute, deve affiancarsi ora un serio investimento sulla farmacia italiana, per mettere a regime la “Farmacia dei servizi”, ora in sperimentazione, e dare i l via a un nuovo modello di remunerazione. Un investimento che è fondamentale anche per le decine di migliaia di colleghi collaboratori che attendono da anni il rinnovo di un contratto per il quale ora non ci sono risorse. E torniamo a chiedere al ministro della Salute e al governo provvedimenti significativi in tempi brevi».
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