«La Commissione europea sta monitorando se le carenze siano reali anziché essere progettate dalle imprese allo scopo di vendere una medicina alternativa più costosa?», «oltre a un migliore coordinamento tra gli Stati membri, in che altro modo intende la Commissione superare la crescente carenza a breve termine?», e inoltre «a seguito della lettera di missione al nuovo commissario per la sanità pubblica, quali misure propone la Commissione per affrontare la dipendenza da paesi terzi e aumentare la produzione di medicinali nell’Ue?». È quanto chiede al parlamento europeo la deputata Cindy Franssen, appartenente al gruppo gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani).«Secondo la Direttiva 2001/83/CE – si legge nell’interrogazione -, i titolari di autorizzazioni per la produzione di medicinali sono sempre tenuti a garantirne la disponibilità. Tuttavia – evidenzia la parlamentare -, in pratica, è sempre più comune che pazienti e medici dell’Unione europea incontrino carenze di determinati medicinali. Ciò li obbliga a ricorrere a medicinali più costosi o a ordinare medicinali da paesi che non sono membri dell’Ue e in cui non si applicano gli stessi requisiti di sicurezza. Ciò ha conseguenze disastrose per la salute dei pazienti».
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Lo scorso settembre, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, il commissario europeo Andriukaitis aveva spiegato che un rifiuto di fornitura di farmaci può costituire una violazione delle regole di concorrenza sia europee che nazionali. «Secondo la legislazione dell’Ue – evidenziava il dirigente -, i titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio devono, se non in circostanze eccezionali, informare le autorità degli Stati membri almeno due mesi prima di ritirare il loro prodotto dal mercato in modo permanente o temporaneo, compresi i motivi del ritiro. Esiste inoltre l’obbligo di fornitura continua a copertura delle esigenze dei pazienti per i medicinali immessi in uno specifico mercato dell’Ue». Ne consegue che «in circostanze specifiche, la creazione deliberata di carenze di medicinali, ad esempio nel senso di un rifiuto di fornitura, può costituire una violazione delle regole di concorrenza sia europee che nazionali».
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