«In diversi casi sono state fornite informazioni inesatte e fuorvianti per gli utenti e i consumatori sul funzionamento del nuovo sistema informatizzato, introdotto dalla legge n. 167 del 2017 e definito, nelle sue modalità applicative, dal decreto del ministro della Salute dell’8 febbraio 2019». È quanto fa sapere in una nota il ministero della Salute, intervenuto con il fine di contrastare la diffusione di notizie non veritiere sul nuovo sistema della ricetta elettronica veterinaria. Nello specifico, il ministero evidenzia che «il nuovo sistema di ricetta elettronica non introduce né nuovi obblighi né adempimenti aggiuntivi, rispetto a quelli già previsti dalla normativa vigente, a carico dei veterinari e degli utenti finali, anzi determinerà una riduzione di obblighi e un notevole risparmio di mezzi impiegati da parte dei fruitori del sistema, grazie alla possibilità di avvalersi di un sistema che permetterà un recupero veloce di informazioni e dei dati raccolti nei sistemi informativi ministeriali». La nuova modalità prescrittiva, evidenzia, «resta obbligatoria negli stessi casi in cui lo era prima dell’entrata in vigore della prescrizione elettronica», pertanto «non vi è alcun motivo per cui con il formato elettronico il numero delle prescrizioni debba aumentare».

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Inoltre, con riferimento alla presunta ed infondata possibilità che la ricetta elettronica veterinaria «porti un aumento del costo delle spese veterinarie per i possessori di animali», il ministero specifica che essa «non è in alcun modo correlata all’emissione della fattura elettronica, come è stato scritto da più parti». Per questo motivo, «il medico veterinario che prima non si faceva pagare per la semplice emissione di una ricetta cartacea, senza una prestazione clinica, dovrebbe ugualmente non farsi pagare». Dunque, «il nuovo sistema non va a modificare in alcun modo la gestione fiscale e professionale della prestazione di “prescrizione” da parte del medico veterinario rispetto all’utilizzo della ricetta cartacea». In più, «il sistema consente, anche, al veterinario di indicare sulla ricetta se si tratta di una prescrizione di farmaci necessaria al prosieguo di terapia, alla cura di una malattia cronica o all’adozione di una nuova terapia».

Infine, il ministero della Salute pone l’attenzione su «un altro “disservizio” segnalato». In particolare, quello relativo – secondo le notizie diffuse – alla «“lunghezza” dei tempi necessari alla prescrizione elettronica, secondo cui sarebbero necessari addirittura fino a 15 minuti per emettere una ricetta». A tal proposito, il dicastero precisa che «Centro servizi nazionale c/o l’Izsam che gestisce il sistema informatico ha effettuato le verifiche del caso e ha confermato che su un numero di 500mila ricette emesse dal 1 gennaio 2019, il tempo medio necessario per una prescrizione tramite postazione fissa è stato pari a 3 minuti e tramite APP è risultato essere più veloce, pari a circa 2 minuti».

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