«Anche al di là di comprendere le ragioni che hanno spinto il ministero a fare questa scelta, ciò che è chiaro è che si tratta di un ostacolo al lavoro del farmacista». È con queste parole che Marco Ternelli, titolare di una farmacia galenica a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, ha commentato a FarmaciaVirtuale.it la decisione del ministero della Salute di inserire nella tabella dei medicinali la “cannabis infiorescenze grammi 1”, stabilendone il prezzo a 9 euro.
«Si tratta di un valore semplicemente insostenibile, perché per i farmacisti ora costerà di più l’importazione rispetto alla vendita della preparazione galenica. Basti pensare che c’è già chi vende alle farmacie la cannabis al prezzo di 10 euro al grammo, ai quali occorre aggiungere il 22% di Iva, dal momento che sulle sostanze necessarie per le preparazioni galeniche è questo il valore dell’imposta. Come se non bastasse, il prezzo di 9 euro che è stato stabilito dal ministero è comprensivo di Iva al 10%, quindi in realtà il dato da considerare è di 8,19 euro. Fin qui per quanto riguarda le importazioni. Poi c’è la cannabis italiana, che è venduta sì al prezzo di 6,88 euro al grammo, ma ai quali bisogna aggiungere l’Iva al 22% e le spese di spedizione. Alcuni colleghi mi hanno riferito che queste ammontano a 20-30 euro a spedizione. Si tratta di costi fissi che ovviamente non rientrano nel calcolo del ministero». Il rischio, perciò, è che a partire dal momento in cui il decreto ministeriale entrerà in vigore, saranno sempre meno le farmacie che potranno garantire il servizio: «C’è chi cercherà di utilizzare le scorte che ha già comprato, ma poi non effettuerà più tali preparazioni. Inoltre, per le farmacie non è possibile neppure ordinare grandi quantitativi. Innanzitutto perché il farmacista si attiene alle prescrizioni del medico, in secondo luogo perché qualora si conservassero grosse scorte, arriverebbero i Nas. Senza dimenticare che l’unica cannabis che si può comprare a prezzo accettabile, in modo da riuscire a possono limitare le perdite o, forse, andare in pareggio, è quella italiana, mentre il 90% delle prescrizioni chiede la varietà olandese». Per cui, secondo Ternelli, «l’unica soluzione è che si liberalizzi finalmente l’onorario del farmacista. Ciò consentirebbe di recuperare quanto perduto a causa della tariffa imposta». Altrimenti, per i pazienti la ricerca dei medicinali di cui hanno bisogno potrebbe diventare particolarmente difficile.
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