Il governo guidato da Paolo Gentiloni ha disposto di recente l’abolizione dei cosiddetti “buoni lavoro”, meglio noti come voucher. Dal 17 marzo 2017, infatti, tali strumenti non possono più essere acquistati dai datori di lavoro, e quelli che si possiedono possono essere utilizzati solo fino al 31 dicembre 2017. «A tale proposito – fa sapere Federfarma – l’Inps ha fornito alcune istruzioni operative sui voucher richiesti entro il 17 marzo 2017», e dunque ancora utilizzabili.
L’ente previdenziale ha specificato che il governo, tramite un decreto legge, «ha disposto l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo n. 81 del 2015, relativi alla disciplina del lavoro accessorio. Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha chiarito nello specifico che l’utilizzo dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio, nel periodo transitorio, dovrà essere effettuato nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione da parte del decreto». Inoltre, «non sarà possibile registrare tramite la procedura telematica del lavoro accessorio prestazioni lavorative in assenza di buoni lavoro il cui acquisto si sia perfezionato entro il 17 marzo 2017». Per la riscossione da parte del prestatore, invece, rimangono validi i precedenti termini dalla data di emissione di 24 mesi per i voucher postali, e di 12 mesi per i voucher distribuiti dai tabaccai abilitati e dalle Banche popolari. Si evidenzia che, per i soli voucher telematici, i versamenti effettuati con bollettino postale, bonifico, F24 e portale dei pagamenti, in data successiva al 17 marzo 2017 non possono essere utilizzati e verranno, pertanto, rimborsati a cura delle strutture territoriali dell’Inps, previa verifica del regolare afflusso dei fondi. Poiché per tale finalità è necessaria la predisposizione di un apposito applicativo informatico, con successivo messaggio verranno fornite indicazioni per la gestione e le modalità dei rimborsi».
Nel febbraio 2017 la storia di un giovane farmacista precario full-time, pagato a voucher, provocò l’indignazione dei principali esponenti di categoria. Sull’articolo pubblicato da Il Venerdì di Repubblica intervenne il Sen. Andrea Mandelli, presidente Fofi giudicandolo «un esempio tragicamente perfetto delle contraddizioni della nostra sanità e, in generale, del nostro Paese», Annarosa Racca, presidente di Federfarma, che ne ribadì il «no ad un uso distorto», oltre ad MNLF, definendoli “i voucher della vergogna”, Sinasfa ed Enpaf, che per mano del presidente Croce veniva definito «fenomeno vergognoso in sensibile aumento».
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