«O mi pagate i due terzi dello stipendio lordo del farmacista che mi sostituirà in parafarmacia o io non partecipo al concorso». E’ la richiesta choc che si sono sentite fare due farmaciste dalla terza socia, titolare di vecchia data di una parafarmacia. Le due si sono rivolte a FarmaciaVirtuale.it nella sezione “L’esperto risponde” per sapere come comportarsi, specificando che in realtà tra le tre non c’è mai stato alcun accordo in tal senso. A rispondere è Maurizio Cini, professore ordinario del dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’università degli studi di Bologna e presidente Asfi, il quale spiega che «quando la terza socia ha partecipato ben conosceva che la forma associata non permetteva di ritirarsi se non determinando la perdita della sede», perdita che naturalmente «determina un danno alle altre due vincitrici» e quindi «ne dovrà rispondere in sede civile». Non solo: «Il possesso di altre imprese (come la parafarmacia) – continua Cini – non giustifica la sua richiesta. Al pari dell’esercizio di attività professionale o imprenditoriale fuori settore». In pratica se la farmacista titolare di parafarmacia «accetta, nessuno le vieta di stare in parafarmacia piuttosto che nella farmacia vinta. La legge o i bandi non dicono che deve per forza esercitare la professione in farmacia». Quindi la richiesta di vedersi pagato i due terzi dello stipendio lordo per il sostituto è di certo fuori luogo e assolutamente non ricevibile.
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