«Mentre l’Istat segnala l’ennesimo rallentamento della crescita economica con l’inflazione vicina allo zero e il Pil che cresce solo dello 0,3 su base congiunturale, il governo e il maggior partito che lo sostiene continuano a sorreggere gli interessi delle corporazioni nel Ddl concorrenza». A tornare sul tema delle liberalizzazioni è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, che spiega come a suo avviso «a niente valgano le raccomandazioni della Commissiona europea, dell’Ocse e di numerosi economisti per far recedere da scelte contrarie agli interessi dei cittadini. Come l’ultimo dei soldati giapponesi che non vuole arrendersi malgrado la fine della guerra, il governo Renzi si nasconde nella fitta giungla delle riunioni di “concertazione” per far accettare all’opinione pubblica una legge che avrebbe dovuto aumentare il livello di concorrenza del Paese, ma che finirà, al contrario, per amplificare il potere delle mille corporazioni italiane». Quindi il MNLF indica un rapporto causale tra l’esito delle ultime elezioni amministrative, che hanno fatto registrare un calo generalizzato per il Partito democratico, e le scelte dello stesso esecutivo: «Stare dalla parte di lobby e corporazioni non paga. Non paga più. Nel ddl concorrenza, malgrado i segnali siano eloquenti, si continua a rifiutare inspiegabilmente la liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini. Si continuano a favorire gli interessi particolari a quelli generali. La mancata liberalizzazione dei medicinali di fascia C è allo stesso tempo emblema e sintesi della scelta del governo di stare dalla parte dei poteri protetti».
Il Movimento ha quindi ricordato che «la disoccupazione non accenna a diminuire in maniera sensibile», che «gli investimenti latitano» e che «la crescita rimane al palo». In tale contesto, ha concluso, «si ha la sensazione che l’Italia abbia perso anche l’ultimo treno che avrebbe potuto legarla alla pur moderata congiuntura economica favorevole del mondo. In questo contesto proprio la liberalizzazione della fascia C, che a costo zero per lo Stato avrebbe portato maggiore occupazione ed investimenti, è rifiutata come “blasfemia” del governo. Chi si proclamava “rottamatore” fallisce nell’impresa più importante: rottamare gli interessi di lobby e corporazioni».
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