«È con soddisfazione che accogliamo le dichiarazioni rilasciate durante Cosmofarma da alcuni politici della maggioranza, perché ormai risulta palese che il Ddl Concorrenza non è una legge per aumentare il livello di competitività del Paese ma un favore, nemmeno nascosto, a lobby e corporazioni». È con queste parole che il il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha commentato le discussioni in merito al provvedimento in discussione al Senato che hanno avuto luogo nel corso di Cosmofarma Exhibition.
«Difatti – prosegue l’associazione di farmacisti – per stessa ammissione di uno dei due relatori della legge, il senatore Marino, ben prima della discussione parlamentare era stato siglato un patto di sangue tra Nuovo Centro Destra e il Partito Democratico per far entrare il capitale privato nelle farmacie in cambio della propria opposizione (Pd) alla liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini». Un accordo che secondo il movimento risulta «in favore di alcune multinazionali» e «a danno dell’interesse generale e dei cittadini che continueranno a pagare i farmaci di fascia C al massimo del prezzo».
«Le parafarmacie, continua a ripetere come un “mantra” il responsabile sanità del Pd Federico Gelli – aggiunge il MNLF – sono un errore, ed è certamente vero per chi come lui non riesce ad immaginare una società ove capacità e merito, libera imprenditoria e professionalità hanno la meglio sulle rendite di posizione.
Una società che i frequentatori del “salotto buono” delle lobby avversano come la “peste”. Nello stesso convegno si debbono anche registrare le dichiarazioni dell’onorevole Raffaello Vignali che, rispolverando una vecchia proposta di Federfarma (Gasparri – Tomassini) chiede di togliere l’obbligo della presenza del farmacista in parafarmacia, proposta tesa a depotenziare le richieste di liberalizzazione. Una proposta tanto vergognosa quanto contraddittoria rispetto alla domanda di sicurezza per i cittadini che gli stessi fautori dello status quo hanno più e più volte richiamato nella loro contrarietà alla vendita dei farmaci di fascia C in parafarmacia con il farmacista. Dichiarazioni che vengono fatte sempre con l’assenza totale di un contradditorio».
Infine, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti rinnova «per l’ennesima volta l’invito ad un confronto pubblico, che sino ad oggi i “paladini” delle corporazioni hanno sempre cercato di evitare».
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