Si terrà nella giornata di giovedì 21 gennaio, a Firenze, presso la biblioteca delle Oblate (in via dell’Oriuolo, 24) una conferenza sull’attività dello Stabilimento chimico farmaceutico militare. Si tratta di una struttura storica, dal momento che esso fu aperto per la prima volta nel lontano 1853. Saranno presenti all’evento – intitolato per l’appunto “Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare: dal 1853 una risorsa per il Paese”, il colonnello Antonio Medica, direttore della stessa struttura e il maresciallo Camillo Borzacchiello, responsabile del progetto “Farmaci orfani e Malattie rare”. A moderare il dibattito sarà Francesca Camilli, di Ibimet-CNR-sezione di Firenze.
«Lo stabilimento nacque a Torino nel lontano 1832 – spiegano gli organizzatori – e dal 1853 vi fu istituito un deposito militare di farmaci, con annesso laboratorio chimico-farmaceutico. Nel 1931 l’intera struttura fu trasferita a Firenze, dove si trova tuttora. Lo scopo principale delle attività dello stabilimento, allora come oggi, è di preparare farmaci per i militari italiani; tuttavia, già nel 1903, l’allora Istituto Chimico Farmaceutico Militare fu chiamato a produrre un medicinale, il “Chinino di Stato”, per combattere l’epidemia di malaria che aveva colpito il Paese. Dal 2001 lo stabilimento è alle dipendenze dell’Agenzia Industrie Difesa, un ente di diritto pubblico istituito nel 1999 quale strumento di razionalizzazione e ammodernamento delle unità industriali del ministero della Difesa».
«Oltre ad uno rapporto di stretta collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco – prosegue l’Ibimet-CNR presentando l’evento – oggi la particolarità del “Farmaceutico”, come viene soprannominato dagli abitanti di Firenze, sta nella capacità di produrre medicinali che aziende farmaceutiche dismettono nel caso di piccole produzioni e di farmaci per le malattie rare, i cosiddetti “farmaci orfani”».
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