povertà sanitaria«Non sorprende il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane che con i dati elaborati della stesse fonti, quelli del 2016 e del 2017, uniti a quelli Istat, da due anni andavano denunciando ad istituzioni e politica della china pericolosa che il nostro Paese stava prendendo». E’ questo il commento a caldo del MNLF, a seguito della pubblicazione dei dati sulla povertà sanitaria relativi al 2018,a cura del Banco Farmaceutico.

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Il Movimento definisce tale scenario «una vera e propria deriva che nei prossimi anni potrebbe creare seri problemi anche al SSN e a quella parte della popolazione che oggi i farmaci se li possono permettere». Problema che, secondo la sigla, non si risolverebbe «solo con la beneficenza, a cui va dato atto dell’immenso lavoro fatto, ma con cambiamenti strutturali che tra le altre cose avrebbero il vantaggio di essere a costo bassissimo per lo Stato».
Come già ribadito in passato, il MNLF arriva al nodo centrale, secondo cui tale situazione non si configurerebbe solo ed esclusivamente per la congiuntura economica del Paese ma anche a causa «dell’attuale sistema di distribuzione del farmaco non adeguato a sostenere chi si trova in difficoltà».

In tal senso il Movimento pone alcuni interrogativi, chiedendosi perché il comparto dei farmaci equivalenti sia «cresciuto di oltre il 13%, mentre, nello stesso periodo, per i farmaci pagati direttamente dai cittadini (fascia C) è cresciuto solo del 3% circa?». Ma anche quale sia «la differente dinamica per cui il farmaco generico cresce nella fascia A e stenta invece a decollare nella fascia C rendendo difficile quella limitazione dei prezzi che farebbe diminuire la spesa privata farmaceutica».
Provando a dare delle risposte, partendo da molto lontano, dal «decreto Storace del maggio del 2005, allorché fu data la possibilità alle farmacie di praticare sconti sul prezzo massimo dei Sop e Otc». Con conseguente risultato che «pochissime farmacie fecero sconti, proprio come oggi». Dinamica che secondo il MNLF non si è presentata «dopo la liberalizzazione dei farmaci d’automedicazione che introdusse un elemento pro-concorrenziale attraverso l’entrata nel mercato di nuovi attori».

«Senza un sistema duale di confronto dell’offerta – continua il MNLF -, non c’è concorrenza e di conseguenza non vi sono vantaggi per i consumatori». Secondo il Movimento servirebbe quindi «una riforma strutturale in grado di calmierare i prezzi», al fine di «aprire il mercato rendendolo più competitivo, meno “ingessato”, permettendo la vendita dei farmaci con ricetta anche alle parafarmacie».

Proponendo all’unisono, come ribadito in passato a gran voce, «una farmacia convenzionata con il sistema sanitario e una farmacia non convenzionata, con gli stessi standard qualitativi e di controllo, è la riforma strutturale per rispondere a quella che a tutti gli effetti possiamo chiamare “indigenza farmaceutica”».

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