A Bologna, i 42 dipendenti delle farmacie a marchio Lloyds hanno minacciato di intentare una causa nei confronti di Admenta Italia, società proprietaria degli stessi negozi. A riferirlo è il Resto del Carlino, che elenca le rivendicazioni dei lavoratori: «Maggiorazione dell’orario di lavoro, straordinari non pagati e problemi di sicurezza». Tali punti sono stati menzionati in una lettera di diffida che i dipendenti hanno presentato all’azienda ormai parecchi mesi fa, lo scorso 25 luglio. La vicenda, tuttavia, risale al 2013: all’epoca, prosegue il quotidiano bolognese citando la comunicazione fatta pervenire alla proprietà, «dopo la disdetta del contratto nazionale da parte di Assofarm e l’applicazione del regolamento transitorio per i successivi 6 mesi, Lloyds aveva comunicato ai dipendenti che sarebbe stato “applicato il contratto nazionale Federfarma, un contratto peggiorativo e specifico delle farmacie private”. Dal 2013 il contratto Federfarma, tuttavia, non è stato più rinnovato, e la retribuzione base per i dipendenti è rimasta congelata a quell’epoca». Solo di recente, infatti, i vertici di Federfarma e le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno aperto un tavolo di confronto finalizzato proprio al rinnovo del CCNL. Andrea Zacchiroli, portavoce dei 42 farmacisti, ha spiegato la situazione al giornale emiliano con toni particolarmente negativi: «Siamo alla canna del gas. Lavoriamo perennemente sotto organico e molti di noi ci stanno rimettendo la salute. A Milano, nelle nostre farmacie, già diversi colleghi si sono licenziati, non riuscendo più a sostenere questi ritmi. Qui a Bologna, solo negli ultimi due mesi, due giovani direttrici hanno deciso di andarsene via, e un’altra ha avuto un esaurimento nervoso». Il professionista ha anche parlato di personale costretto a «ore di straordinario non pagate pur di riuscire a terminare il carico di lavoro», nonché di necessità in alcuni casi «di chiudere il Cup, creando così un disservizio». Ma i farmacisti si lamentano anche dei cali delle indennità per il lavoro festivo e di direzione, così come della cancellazione dei permessi retribuiti e della diminuzione delle ferie».
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