Esercizio abusivo delle professioni sanitarieI carabinieri del NAS di Bologna, nel corso del primo quadrimestre del 2017 hanno svolto in ambito sanitario un’attività di monitoraggio e contrasto al fenomeno dell’esercizio abusivo delle professioni sanitarie. A riferirlo è il ministero della Salute, che parla di «spregiudicati millantatori» in azione. Sono stati effettuati, in particolare, accessi ispettivi in oltre 80 studi professionali medici e poliambulatori, nonché in numerose farmacie. E sostanzialmente in tutte le tipologie di realtà sottoposte a controllo sono state trovati casi di persone che svolgono in modo illecito attività professionali. Il ministero parla infatti di «persone sorprese a dispensare farmaci, all’interno delle farmacie, pur non avendone titoli», così come di «odontotecnici e assistenti alla poltrona colti nello svolgimento di mansioni di esclusiva pertinenza dell’odontoiatra», ma anche di «pseudo dietologi che prescrivevano diete dimagranti» e di «falsi fisioterapisti che agivano su pazienti con difficoltà motorie». Complessivamente, il risultato delle operazioni dei NAS è stato di «14 persone denunciate a piede libero per esercizio abusivo». Da notare in particolare il caso di un veterinario nella provincia di Bologna, che non soltanto «effettuava visite a domicilio per la cura di gatti, senza aver mai conseguito il titolo di laurea», ma che «non ha nemmeno saputo spiegare la provenienza dell’ingente quantitativo di farmaci ad uso veterinario, rinvenuto nella sua abitazione e posto successivamente sotto sequestro».
In passato anche la trasmissione Striscia la Notizia, come riportato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, si era occupata di alcuni presunti casi di esercizio abusivo della professione di farmacista. Sulla questione era intervenuto, tra gli altri, anche il presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, Vincenzo Devito, parlando di «situazioni già conclamate, che purtroppo stanno diventando la normalità. Non ci sono denunce, l’Ordine può fare qualche richiamo, ma si continua come prima. Il problema sono i farmacisti che spesso si nascondono dietro un alibi, quello dell’articolo 122 del Testo Unico, secondo cui ogni forma di medicinale può essere distribuita sotto la diretta responsabilità del farmacista».

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