
Il documento conclusivo del progetto “Osservatorio Vrs: accesso equo alla prevenzione”, progetto indipendente promosso da Cittadinanzattiva, con il contributo non condizionante di Gsk, Pfizer e Sanofi, ha acceso i riflettori sul quadro contrastante sull’implementazione delle strategie di immunizzazione contro il Virus respiratorio sinciziale in Italia. L’analisi, frutto di un anno di attività, riconosce il positivo avvio della campagna di prevenzione dedicata alla prima infanzia. In tale ambito, la somministrazione dell’anticorpo monoclonale ha raggiunto coperture superiori all’ottanta per cento, grazie a un modello organizzativo consolidato che coinvolge i punti nascita per i nati nella stagione epidemica e i centri vaccinali o i pediatri per le coorti di recupero. Per la stagione in corso, tutte le Regioni hanno avviato le somministrazioni in modo sincronizzato per la fascia di popolazione. Tuttavia, emergono con chiarezza cinque aree di criticità che minano l’equità e la stabilità del sistema: una governance nazionale insufficiente, marcate disomogeneità territoriali, una comunicazione pubblica non adeguata, finanziamenti inadeguati per la prevenzione e tempi di accesso all’innovazione troppo lunghi.
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Raccomandazioni per un accesso equo e sostenibile alla prevenzione
Il documento avanza una serie di proposte operative articolate in cinque ambiti strategici. Per quanto concerne la governance, si raccomanda la pronta re-istituzione del Nitag, l’aggiornamento del Calendario Vaccinale e del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, e la garanzia di provvedimenti tempestivi. Per superare le disomogeneità territoriali, è ritenuta necessaria l’inclusione degli strumenti di immunizzazione nei Livelli essenziali di assistenza e la standardizzazione dei modelli organizzativi. Sul fronte comunicazione, si invoca un piano nazionale integrato per la prevenzione respiratoria e una formazione specifica per i professionisti sanitari. Le raccomandazioni economiche mirano a incrementare le risorse destinate alla prevenzione e a rendere pubbliche le valutazioni di impatto. In un’ottica di lungo termine, si sottolinea infine l’esigenza di una governance proattiva, in grado di integrare con rapidità le innovazioni terapeutiche nel sistema sanitario nazionale.
Governance nazionale assente per gli adulti fragili e le gestanti
Secondo Valeria Fava, Coordinatrice nazionale delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva, «il nostro Osservatorio mostra chiaramente che l’Italia ha tutti gli strumenti per contrastare efficacemente il Virus respiratorio sinciziale (Vrs), ma manca ancora una visione programmatica unitaria. L’immunizzazione dei neonati con anticorpo monoclonale è ormai un modello che funziona, per la vaccinazione materna sembrerebbero esserci passi in avanti, mentre per gli adulti fragili e anziani non è stata definita alcuna programmazione nazionale strutturata, con la sola Sicilia ad aver formalizzato l’offerta, nonostante l’elevato impatto documentato in termini di ricoveri e decessi legati all’Vrs negli over 60 e nei soggetti fragili. È urgente che le Istituzioni ricostruiscano al più presto una regia nazionale stabile, definiscano un quadro unico per il Vrs che includa tutte le strategie nei vari target nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) aggiornando il Calendario vaccinale e assicurino finanziamenti adeguati. La prevenzione non è una spesa, ma un investimento strategico che produce un risparmio esponenziale per il Servizio sanitario nazionale».
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