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I siti necessitano di un’autorizzazione concessa dalla Regione o da autorità locali individuate dalle Regioni e dovranno utilizzare un logo comune europeo che avrà un link al sito internet del ministero della Salute, il quale dovrà pubblicare un elenco di tutti i soggetti accreditati alla vendita sul web. Per il rilascio dell’autorizzazione occorre comunicare denominazione, partita Iva e indirizzo completo del sito logistico; data dell’inizio dell’attività di vendita online; indirizzo del sito Internet usato a tal fine e tutte le informazioni necessarie a identificarlo. L’utilizzo di un logo comune a tutti renderà tali siti più riconoscibili e più sicuri contro le contraffazioni; il simbolo dovrà riportare la bandiera del Paese in cui è registrato il venditore e rispettare una serie di caratteristiche tecniche per prevenire le falsificazioni (per visualizzare il logo è possibile consultare la pagina dedicata sul sito della Commissione europea). È compito degli Stati membri, entro un anno dall’approvazione del regolamento europeo, dunque entro giugno di quest’anno, implementare i provvedimenti relativi al logo.
La normativa prevede pene severe per i trasgressori: i titolari di farmacia e parafarmacia che vendano online farmaci soggetti a prescrizione saranno puniti con l’arresto fino a un anno e multa da 2 mila a 10 mila euro; tutti gli altri soggetti, invece, che vendano farmaci online in quanto non autorizzati rischieranno l’arresto da 6 mesi a 2 anni e multa da 3 a 18 mila euro. Chi, infine, commerci o venda su Internet medicinali contraffatti correrà i rischi maggiori: potrà essere condannato da 1 a 3 anni di carcere e al pagamento da 2600 a 15600 euro di sanzione. Un’importante novità relativamente all’attività repressiva riguarda il fatto che con le nuove disposizioni il ministero della Salute avrà il potere di oscurare i siti che vendano illegalmente online, responsabilità finora riservata all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. In questo quadro, l’Agenzia italiana del farmaco avrà il compito di identificare le violazioni della norme in materia, anche attraverso la convocazione della Conferenza dei servizi istruttoria, cui spetta la valutazione dei casi di irregolarità segnalati e di cui fanno parte, oltre all’Aifa, il ministero della Salute, i Nas, l’Istituto superiore di sanità, il ministero dello Sviluppo economico e, in qualità di osservatori, l’Antitrust e Cnr-Registro.it. Competenza del ministero della Salute, a seguito del parere dell’Aifa, disporre la cessazione delle pratiche commerciali illegali.
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