È iniziato il conto alla rovescia per la vendita anche in Italia dei farmaci SOP e OTC , che partirà da luglio dopo che il nostro Paese ha recepito la direttiva europea 62/2011. Per meglio comprendere gli scenari che si apriranno, FarmaciaVirtuale.it ha sentito il parere di Crescenzo Cinquegrana, farmacista dirigente della Guacci Distribuzione Farmaceutica.
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Dottor Cinquegrana, qual è la sua idea sul commercio elettronico per le farmacie: opportunità o danno?
Può essere un’opportunità come altro canale di vendita della farmacia, anche se sono scettico sull’effettivo ritorno economico. Non vedo chissà quale sviluppo; secondo me il cittadino preferisce avere un contatto diretto col farmacista, per avere informazioni sull’uso corretto del prodotto e fare una scelta guidata con la consulenza di un professionista.
Con la “multicanalità”, dai corner della Gdo alle parafarmacie, erboristerie, l’ecommerce secondo lei non rischia di creare un’ulteriore emorragia alla farmacia?
Io credo che l’ecommerce potrà essere una vetrina per la farmacia, ma personalmente credo che concorrerà solo in misura ridotta a fare marginalità. Non penso inciderà molto sui ricavi della farmacia. In questo avvio che ci sarà da luglio, l’unico vantaggio immediato che vedo è la possibilità di avere dei canali ufficiali per la vendita online, un vantaggio di riconoscibilità; si fa un po’ di chiarezza sui soggetti effettivamente autorizzati alla vendita.
Vendere online SOP e OTC potrebbe creare un impoverimento della figura del farmacista, visto sempre più come un “box mover” invece che come un professionista della salute?
Avere un minore contatto diretto col farmacista può provocare un impoverimento del rapporto tra assistito e farmacista, ma è anche vero che si tratta di SOP e OTC, prodotti che già ora si possono acquistare in farmacia senza ricetta. Certo, comprarli in farmacia col farmacista presente a cui si possono chiedere consigli è diverso che ordinarli in modo asettico da un computer. Un rischio di impoverimento c’è.
Quali fattori la farmacia deve considerare per l’avvio di un’attività di ecommerce?
Intanto bisogna verificare che la Regione in cui si opera abbia recepito il provvedimento dando attuazione a quanto previsto dal decreto legislativo 17 del 2014. Poi, considerato che la marginalità della farmacia negli ultimi anni si è già abbassata di molto, non si deve far sì che l’ecommerce sia un’ulteriore via per scardinare marginalità. Insomma: non bisogna cedere alla svendita online. Se la farmacia riesce ad avere dei margini è proprio grazie a quei prodotti fuori ricetta, e se anche su quelli si vanno a fare sconti eccessivi, si aumenteranno anche i volumi, ma per un ritorno economico di fatto inconsistente.
Cosa consiglia ai farmacisti che oggi vorrebbero investire in un’attività online?
Di dotarsi di adeguati strumenti di comunicazione. Se l’investimento non comporta costi eccessivi né in termini economici né di tempo da dedicare, si può fare, ma non bisogna distrarsi dalla missione principale della farmacia, ovvero la fidelizzazione attraverso la relazione col paziente. Io continuo a credere che il grosso dell’attività della farmacia passerà sempre attraverso il rapporto diretto al banco della farmacia.
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