«Fofi e Federfarma hanno scritto al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, dottor Domenico Arcuri, ringraziandolo per il coinvolgimento delle farmacie nel piano di distribuzione dei vaccini anti-Covid. Le due federazioni ribadiscono la piena disponibilità al coinvolgimento di farmacisti e farmacie nella seconda fase della vaccinazione contro il Sars-CoV-2, prospettato dal Commissario nel corso dell’audizione alla Commissione trasporti della Camera». È quanto si legge in una nota congiunta della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) e Federfarma, alla luce dell’eventuale possibilità di coinvolgimento attivo delle farmacie nella distribuzione dei vaccini anti Sars-Cov-2.

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Riconoscimento del valore per l’assistenza territoriale

«È un importante riconoscimento del valore – evidenziano le sigle -, per l’assistenza territoriale, dell’opera svolta dagli oltre 60mila farmacisti e dalle 19mila farmacie italiane. È una scelta decisiva per garantire un accesso ai vaccini quanto più ampio possibile, che pone l’Italia in sintonia con quanto avviene nei principali paesi europei, nei quali farmacisti e farmacie di comunità partecipano da tempo alle campagne vaccinali. Fofi e Federfarma sono pronte fin d’ora a un incontro per definire le modalità attuative della campagna di vaccinazione, per quanto riguarda gli aspetti professionali e per quel che concerne la parte logistica relativa alla fornitura dei vaccini».

Le carenze dei vaccini antinfluenzali

Con riferimento ai vaccini antinfluenzali e alla copertura vaccinale per la prevenzione dell’influenza, è utile ricordare che la stessa Federfarma, agli inizi di dicembre, aveva segnalato che è «necessario rivedere le modalità di approvvigionamento e distribuzione». Ciò alla luce delle persistenti carenze su tutto il territorio nazionale. «A campagna vaccinale inoltrata – aveva specificato Federfarma -, le farmacie ancora non hanno ricevuto le dosi di vaccino antinfluenzale da destinare alla popolazione attiva. È una penuria che si riscontra nelle Regioni di tutta Italia, fatta eccezione per pochi esempi virtuosi come Lazio ed Emilia Romagna, dove le farmacie hanno potuto distribuire il vaccino alle persone che, pur non appartenendo alle categorie a rischio, desiderano sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale perché, spostandosi per motivi di lavoro o di studio, sono più esposte al contagio».

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