«Per settimane, a diversi livelli, nell’ottica di prevenzione, si è consigliata la vaccinazione antinfluenzale a diverse tipologie di cittadini ma, a conti fatti, ci troviamo difronte all’impossibilità di soddisfare anche le richieste di chi si fa vaccinare abitualmente. È incoerente sensibilizzare i cittadini verso una buona pratica e poi non consentire di seguirla». È quanto rileva Franco Gariboldi Muschietti, presidente di FarmacieUnite, sindacato territoriale con oltre 500 farmacie associate in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Piemonte e Puglia. Secondo quanto evidenzia Muschietti «in quattro giorni si è passati dal proficuo incontro al Ministero (8 settembre), alla deludente decisione della Conferenza Stato Regioni di attribuire alle farmacie l’1,5% di dosi di vaccino antiinfluenzale (14 settembre)».

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Muschietti: «A rischio la salute dei cittadini»

«Questa situazione paradossale – sottolinea Muschietti – non mette solo a rischio la salute dei cittadini e l’operatività del sistema sanitario ma anche tutto il sistema produttivo, che ne pagherà le conseguenze con migliaia di ore lavoro perse per malattia dei dipendenti». In aggiunta a ciò «molte farmacie ci segnalano la richiesta quotidiana di prenotazione dei vaccini, così come consigliato da pediatri e medici di medicina generale. È evidente che ci troviamo in difficoltà nel dare una risposta che possa essere compresa dai cittadini».

Competenza delle Regioni

Per questo motivo «Farmacieunite ha già chiesto – e provvederà a sollecitare – un incontro con gli Assessori alla salute delle Regioni per organizzare una attività capillare sul territorio di informazione e distribuzione del vaccino antinfluenzale 2020-2021, visto che la competenza sul tema dei vaccini coinvolge direttamente le Regioni, ma con questi numeri l’attività sul territorio della farmacia rischia di rimanere vana. Ciò detto, non rimane che continuare a lavorare con le Istituzioni per aumentare la quota di vaccini da destinare alle farmacie».

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