In occasione della Settimana mondiale della consapevolezza antibiotica, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato il rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia”, contenente i dati relativi alla spesa farmaceutica pubblica e privata relativa ai medicinali, nonché all’utilizzo nei vari ambiti. Secondo quanto emerso, «il consumo di antibiotici in Italia si è attestato a 21,4 DDD/1000 abitanti/die e, nonostante il trend in riduzione, è ancora superiore alla media europea». In aggiunta a ciò, «per i consumi in ambito territoriale (assistenza convenzionata) – evidenzia l’Aifa -, si osserva una notevole varietà regionale – range da 8,9 della PA di Bolzano a 23,4 DDD/1000 ab die della Campania (media nazionale 16,1 DDD) – con valori più elevati al Sud e nelle Isole e inferiori al Nord». Nel dettaglio, «le differenze d’uso non riguardano solo il numero delle prescrizioni ma anche la tipologia degli antibiotici prescritti (tipo di molecole; spettro ampio vs ristretto)».

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

Quanto all’antibiotico più usato in ambito territoriale e ospedaliero, è l’associazione amoxicillina/acido clavulanico. «I dati contenuti nel Rapporto – evidenzia l’Aifa – suggeriscono un probabile sovra-utilizzo di questa associazione, laddove potrebbe essere indicata la sola amoxicillina, che ha uno spettro d’azione più selettivo e ha quindi un minor impatto sulle resistenze. Ciò è particolarmente evidente nella popolazione pediatrica. Tale fenomeno è in contrasto con l’indicazione contenuta in molte linee guida, secondo la quale l’amoxicillina è considerata la terapia di prima scelta per il trattamento in ambito territoriale delle infezioni batteriche più frequenti in pediatria, quali la faringo- tonsillite streptococcica e l’otite media acuta». Come è noto, dal 18 al 24 novembre si è tenuta, come ogni anno, la Settimana mondiale della consapevolezza antibiotica. Iniziativa utile ad accendere i riflettori su una importante classe di farmaci il cui effetto potrebbe vedersi limitato nel corso degli anni a causa dell’utilizzo eccessivo.

In occasione della Giornata europea degli antibiotici (Eead) lo European center for disease prevention and control (Ecdc), agenzia indipendente dell’Unione europea la cui missione è rafforzare le difese dell’Europa contro le malattie infettive, ha diffuso i risultati di un sondaggio lanciato alcuni mesi prima tra medici, infermieri, dirigenti ospedalieri, farmacisti, allevatori, veterinari, responsabili politici, organizzazioni professionali e associazioni di pazienti, istituzioni governative e grande pubblico. I risultati indicano che le conoscenze mostrate dai lavoratori che a vario titolo fanno parte del sistema sanitario sul tema dell’antibiotico-resistenza sono generalmente alte, «ma esistono gap importanti da caso a caso». Ai 18.365 partecipanti è stata sottoposta una serie di domande e soltanto il 58% del campione è riuscito a rispondere a tutte in modo corretto.

© Riproduzione riservata

Documenti allegati

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.