Usa, il supporto dei farmacisti clinici ai pazienti affetti da epatite C

Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics, e intitolato “Patient satisfaction with the clinical pharmacist and prescribers during hepatitis C virus management”, spiega quale possa essere l’apporto dei farmacisti clinici in tema di supporto ai pazienti che ricevono un trattamento per combattere il virus dell’epatite C. L’analisi è stata condotta negli Stati Uniti dalle università dell’Illinois e dalla Massachusetts Medical School, con l’obiettivo di valutare la soddisfazione dei malati. Il metodo scelto è un sondaggio, che è stato somministrato a decine di partecipanti, nel quale si è chiesto di fornire una valutazione sulla base di una scala di Likert, passando perciò da un punteggio minimo pari a uno a due diverse tipologie di punteggio massimo (17 o 20 a seconda dei diversi quesiti). A ciò sono state aggiunte due o tre domande aperte: il tutto è stato poi oggetto di un’analisi statistica comparativa e descrittiva (per le scale di Likert), e qualitativa (per i quesiti aperti). A partecipare al sondaggio sono stati 64 pazienti sui 77 ai quali era stato proposto (con un’età media di 53 anni). I risultati indicano un grado di soddisfazione particolarmente alto per la grandissima maggioranza di coloro che sono stati interpellati. Tanto che molti di loro hanno sottolineato la necessità, a loro avviso, di integrare la presenza dei farmacisti clinici nell’ambito delle cure erogate anche per altri tipi di patologie. Per questo, hanno concluso gli autori dell’analisi, «è possibile affermare che i farmacisti giocano un ruolo particolarmente importante nel trattamento e nella gestione delle cure per i pazienti affetti da epatite C». Gli stessi studiosi hanno inoltre sottolineato come il metodo utilizzato per questo sondaggio possa essere replicato in futuro, al fine di comprendere il grado di soddisfazione dei malati anche in riferimento ad altri tipi di patologie.