
In un comunicato, Walgreens ha affermato di aver contattato la paziente, e di essersi scusata per il modo in cui è stata gestita la sua situazione. La compagnia, tuttavia, ha sottolineato che il farmacista non ha violato alcuna norma con il suo rifiuto. La legge dell’Arizona, così come quella di altri cinque Stati federali americani, consente infatti ai farmacisti di negare la dispensazione di un farmaco in caso di obiezione di coscienza. Come riportato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, in Italia, alla fine del 2016, una farmacista del Friuli Venezia-Giulia si era rifiutata di dispensare una confezione di Norlevo ad una paziente. Ciò aveva portato ad un contenzioso giudiziario, che era stato risolto dal tribunale di Gorizia a favore della stessa farmacista. Sulla questione, si è schierato in prima linea il ginecologo Bruno Mozzanega, secondo il quale la “pillola dei cinque giorni dopo” (ellaOne, principio attivo ulipristal) «impedisce di annidarsi ad un embrione vivo, come riconosciuto esplicitamente dalla Corte europea di giustizia nel 2011, tutelato dalle leggi italiane sin dal suo primo istante di vita, che coincide col concepimento». Anche la politica si è scontrata sulla questione: la deputata Roberta Agostini, ad esempio, ha spiegato che «la legge impone al farmacista di somministrare un farmaco prescritto da un medico. È quest’ultimo il principale responsabile della salute della paziente e se riconoscessimo al farmacista il potere, di fatto, di aggirare le sue indicazioni, lederemmo il legame fondamentale tra medico e paziente».
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