farmacie a rischioLa regione Emilia Romagna, pur di risparmiare sulle medicine, senza intaccare gli interessi dei produttori, favorisce la distribuzione di farmaci in ospedale: una dinamica che porterà alla chiusura delle piccole farmacie di montagna o di periferia. È questa la sintesi dell’accusa mossa da Luigi Lucchi, sindaco di Berceto, comune di poco più di 2 mila abitanti nella provincia di Parma.
Secondo quanto riportato dall’edizione locale del quotidiano La Repubblica, infatti, il primo cittadino spiega che «fra poco, con l’ennesima silenziosa manovra regionale, le farmacie di montagna, quelle più periferiche, quelle che fanno da presidio per aree geografiche disagiate, quelle comunali che restano aperte per puro miracolo, andranno a chiudere. Se non tutte, sicuramente la maggior parte». «A Bologna – prosegue il sindaco – i vertici della sanità, per risparmiare dove e come possono, si sono accordati con i big del farmaco per far transitare le medicine dei mutuati direttamente negli ospedali, nei punti pubblici, senza passare per le farmacie, neppure quelle comunali, come nel caso di Berceto. All’inizio, per testare il sistema, si trattava di prodotti molto costosi, in piccole quantità, con una logica tutto sommato corretta. Ora, dopo due anni di aggiustamenti, nel silenzio più totale, all’ospedale di Borgotaro distribuiscono in massa farmaci per la pressione, per il colesterolo e per le patologie croniche. Tagliando fuori le farmacie, che si trovano a non pareggiare più i costi di gestione».
Lucchi denuncia anche «pressioni sui medici di famiglia», che sarebbero stati «incentivati economicamente a ridurre il consumo di farmaci: è palese il non senso della cosa. O prima ne ordinavano troppi, e qualcuno non ha vigilato sugli sprechi di denaro pubblico, oppure adesso si rischia di non prescrivere il giusto, per motivi non scientifici ma alla fine burocratici, finanziari». Il primo cittadino conclude infine immaginando: «Figuratevi, in pieno inverno, con un metro di neve, con il ghiaccio, senza una farmacia, se un anziano di ottant’anni, malato, potrà prendere la macchina, o il taxi» per andare a recuperare altrove le medicine.

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