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Ci si chiede a questo punto se le autorità preposte ad effettuare i controlli abbiano agito in qualche modo nei confronti di chi dirige la piattaforma online, chiedendo di rimuovere un annuncio che non soltanto non è legale, ma rischia anche di mettere in pericolo la salute di chi dovesse acquistarlo. Il ministero della Salute ha infatti ribadito a più riprese che l’apertura alla vendita online di medicinali non significa che tutti i canali possano essere utilizzati liberamente a tale scopo: «Non è consentito – è stato spiegato – l’utilizzo di siti web intermediari, piattaforme per l’e-commerce (marketplace) ovvero applicazioni mobili per smartphone o tablet, funzionali alla gestione online dei processi di acquisto, in quanto la vendita tramite Internet è ammessa unicamente ai soggetti autorizzati». E questo vale per tutti: non solo per gli utenti privati, che non possono ovviamente cedere alcun tipo di medicinale in loro possesso, ma anche per le farmacie, che debbono utilizzare soltanto il proprio sito Internet, previo ottenimento dell’autorizzazione necessaria, e devono limitarsi a cedere i farmaci Sop e Otc.
La presenza di un antibiotico, tra l’altro, preoccupa particolarmente, anche alla luce dell’allarme lanciato dall’Oms sul tema. Secondo l’organizzazione internazionale, infatti, si è già registrato mezzo milione di gravi infezioni batteriche resistenti agli antibiotici in 22 Paesi.
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