
«In questo modo – prosegue il sindacalista – il governo si rende complice dell’inaccettabile svilimento che Federfarma, con il suo rifiuto di aprire il tavolo delle trattative, provoca al ruolo delle parti sociali e allo strumento contrattuale, al quale, è il caso di ricordarlo, sono “appesi” i diritti dei lavoratori». Quindi l’attacco frontale: «Abbiamo avuto fin qui anche troppa pazienza: abbiamo stabilito i primi contatti con la controparte già tre anni fa, alla scadenza del contratto, accettando di buon grado la richiesta di un congruo periodo di tempo necessario per una riflessione da parte di Federfarma. Poi, visto che di tempo ne stava passando più del dovuto, sono partite le prime sollecitazioni ufficiali per un incontro. Che sono state del tutto ignorate. Quindi è partito l’appello al ministero. Ma tutto è stato inutile».
Franzoni fa sapere che nei giorni scorsi la Uiltucs si è consultata con le altre sigle sindacali (Filcams Cgil e Fisascat Cisl) al fine di riflettere su possibili iniziative comuni: «Con il collega Danilo Lelli di Filcams abbiamo condiviso la valutazione sull’atteggiamento di Federfarma: un autentico schiaffo, prima ancora che ai sindacati, alle legittime istanze e ai diritti dei dipendenti delle farmacie. Tra i quali, è il caso di ricordarlo, ci sono i farmacisti, ovvero quei professionisti di grandissimo valore dei quali, in altri tavoli e in altre circostanze e nelle dichiarazioni ai giornali, proprio Federfarma si riempie la bocca».
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