L’emicrania è una condizione neurologica debilitante che affligge milioni di persone nel mondo. Tradizionalmente, l’approccio terapeutico si è focalizzato sulla fase cefalalgica dell’attacco, trascurando le fasi iniziali, in particolare quella prodromica. Lo studio Prodrome, pubblicato su Nature Medicine, offre una svolta nell’approccio al trattamento precoce dell’emicrania grazie all’impiego di ubrogepant, un antagonista del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp).

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Metodologia dello studio

Il trial clinico di fase 3, randomizzato, crossover, in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 518 pazienti con emicrania, con o senza aura. Per essere inclusi, i partecipanti dovevano essere in grado di riconoscere i propri sintomi prodromici con un’elevata probabilità (≥75%). Ogni paziente ha trattato due episodi prodromici: uno con ubrogepant 100 mg e uno con placebo, separati da un periodo di washout. I sintomi venivano registrati in un diario elettronico fino a 48 ore dopo la somministrazione del farmaco.

Ubrogepant riduce fotofobia, affaticamento e difficoltà di concentrazione

I risultati hanno evidenziato che il trattamento con ubrogepant ha prodotto benefici clinicamente rilevanti già nelle prime ore: un miglioramento della capacità di concentrazione dopo un’ora (8,7% vs 2,1% con placebo), una riduzione della fotofobia dopo due ore (19,5% vs 12,5%) e una diminuzione della sensazione di affaticamento (27,3% vs 16,8%) e del dolore cervicale (28,9% vs 15,9%) dopo tre ore. Inoltre, l’impiego di farmaci di salvataggio nelle 24 ore successive è risultato inferiore nel gruppo trattato con ubrogepant (21,7%) rispetto al gruppo placebo (39,4%).

Consapevolezza della sintomatologia prodromica

Poiché i sintomi prodromici possono risultare altamente invalidanti, il loro trattamento risulta clinicamente rilevante anche al di là della semplice prevenzione della cefalea. Il fatto che l’intervento terapeutico durante la fase prodromica sia in grado non solo di ridurre l’incidenza della cefalea, ma anche di migliorare la funzionalità nelle 24–48 ore successive, come evidenziato dall’analisi primaria dello studio, conferma ulteriormente la validità di questo approccio. Pertanto, una maggiore consapevolezza della sintomatologia prodromica, unita alla disponibilità di trattamenti efficaci, rappresenta un’opportunità significativa per ottimizzare la gestione dell’emicrania acuta.

Limitazioni e prospettive future

Gli autori sottolineano che, sebbene i sintomi prodromici fossero inclusi tra gli endpoint predefiniti, le analisi relative alla loro risoluzione avevano un carattere esplorativo e non sono state corrette per confronti multipli, limitando così la solidità statistica delle conclusioni. Inoltre, il farmaco è stato somministrato non al primo manifestarsi dei sintomi, ma solo quando i partecipanti ritenevano con un’elevata probabilità (≥75%) che sarebbe seguito un attacco di emicrania entro 1–6 ore. Saranno quindi necessari ulteriori studi, progettati specificamente per valutare in modo mirato l’efficacia del trattamento acuto sui sintomi prodromici.

Dr. Paolo Levantino

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