
I risultati dello studio clinico internazionale di Fase 3 Tropion-Breast02, presentati in occasione del congresso della European society for medical oncology del 2025, hanno mostrato che datopotamab deruxtecan ha determinato l’aumento della sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia standard in pazienti affetti da carcinoma mammario triplo negativo localmente recidivante inoperabile o metastatico, non candidabili a trattamento immunoterapico in prima linea. L’anticorpo coniugato, sviluppato da Daiichi Sankyo e AstraZeneca, ha raggiunto i due endpoint primari dello studio, dimostrando un miglioramento statisticamente significativo sia della sopravvivenza globale che della sopravvivenza libera da progressione. La sopravvivenza globale mediana è risultata di 23,7 mesi nel braccio di trattamento sperimentale, a fronte di 18,7 mesi osservati nel gruppo di controllo trattato con chemioterapia, corrispondente a un prolungamento di cinque mesi.
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Potenziale per sostituire la chemioterapia tradizionale nel setting
Ken Takeshita, MD, Global Head, R&D di Daiichi Sankyo, ha spiegato che «i pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo presentano una delle prognosi peggiori di tutti i sottotipi di tumore al seno, e per coloro che non sono candidabili all’immunoterapia, la chemioterapia è stata a lungo il trattamento standard. I risultati dello studio Tropion-Breast02 mostrano che datopotamab deruxtecan ha il potenziale per sostituire la chemioterapia tradizionale in questo setting e di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti».
Alternativa alla chemioterapia nel setting di prima linea
Susan Galbraith, Mbbchir, Phd, Executive Vice President, Oncology Hematology R&D di AstraZeneca, ha sottolineato che «i risultati dello studio Tropion-Breast02 mostrano per la prima volta che i pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo possono beneficiare di un’alternativa alla chemioterapia nel setting di prima linea che permette di ritardare la progressione di malattia e di prolungare la vita. Osservare un miglioramento così importante per i pazienti trattati con datopotamab deruxtecan in monoterapia in prima linea nel setting metastatico ci rende fiduciosi nel suo potenziale in combinazione con durvalumab, e nel setting iniziale, potenzialmente curativo in cui sono in corso altri studi».
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