Come riferito dal nostro giornale, i carabinieri del Nas hanno effettuato una serie di operazioni anti-truffa nel settore farmaceutico, dalle quali sono emerse realtà decisamente allarmanti. In particolare, in una delle indagini, si parla di «complicità di alcune case farmaceutiche o distributori all’ingrosso di specialità medicinali (per lo più antinfiammatori, antipiretici) che acquistavano grossi quantitativi di specialità medicinali destinate a strutture ospedaliere rivendendole invece, successivamente, al pubblico a prezzi maggiorati».

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Ciò «lucrando sulla differenza tra il prezzo di acquisto dei farmaci in confezione ospedaliera ex factory (ai quali vengono praticati sconti fino all’80% rispetto al prezzo al pubblico) ed il prezzo di vendita effettuato dopo la contraffazione del bollino farmaceutico, come farmaco destinato al pubblico (ai quali si applica solo uno sconto di legge del 33% nel circuito dell’ingrosso), percependo un ingiusto profitto valutato in circa 5 milioni di euro all’anno». «Non conosco i dettagli delle indagini – commenta Maurizio Cini, presidente dell’Associazione scientifica farmacisti italiani (Asfi) – poiché la notizia è per ora piuttosto generica. Si parla di industrie, di grossisti e evidentemente anche di farmacie. Ciò perché se la truffa viene perpetrata utilizzando bollini falsificati, non vedo quale altro modo possa esserci per vederseli rimborsati se non quello di passare attraverso le farmacie. Detto ciò, il fatto che ci siano ancora oggi farmacisti compiacenti e che stanno a questi giochi mi stupisce un pò, devo dire, dopo le vicende passate. È vero però che i provvedimenti che sono stati adottati in altre circostanze sono stati sempre troppo blandi a mio avviso».

Inoltre, il dirigetne spiega di aver avviato da parte sua «alcuni approfondimenti in merito al rispetto di tutte le normative, dal momento che ho il sospetto che alcune procedure possano non essere fatte in modo completamente corretto». Al fine di evitare questo genere di fenomeni, Cini propone che «venga completata al più presto la tracciabilità del farmaco, che oggi si ferma al grossista, non arriva sino alla farmacia.

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