La ricerca clinica italiana ottiene visibilità internazionale in ambito pneumologico con la presentazione dei dati preliminari dello studio Choros Orion in occasione del congresso della European Respiratory Society. L’indagine, diffusa in Italia il 30 settembre 2025 e condotta su un campione di 250 pazienti reclutati da 23 centri nazionali, ha valutato l’efficacia della terapia tripla a dose fissa con budesonide, glicopirronio e formoterolo fumarato nel contesto della pratica clinica reale per il trattamento della Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Lo studio si distingue per la metodologia che privilegia la raccolta diretta delle informazioni fornite dai pazienti, attraverso l’utilizzo di strumenti di Electronic Patient Reported Outcomes, bypassando la mediazione del personale sanitario.

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Dati preliminari confermano l’efficacia del trattamento

I risultati intermedi, relativi a un periodo di osservazione di dodici settimane, sono stati illustrati da Micaela Romagnoli, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Ospedale Ca’ Foncello AULSS2 Marca Trevigiana e principal investigator dello studio. L’analisi ha messo in luce un cambiamento significativo nella percezione della propria condizione da parte dei pazienti. La percentuale di soggetti che definiscono grave o molto grave la propria situazione clinica si è ridotta in modo sostanziale. Parallelamente, si registra un incremento della quota di pazienti che riferiscono una condizione di gravità lieve o assente. Il miglioramento sintomatico risulta clinicamente rilevante in oltre la metà dei casi, come misurato attraverso specifici questionari validati.

Impatto positivo sul decorso della patologia

Un ulteriore parametro investigato dallo studio Choros Orion concerne il tasso di riacutizzazioni, evento che incide negativamente sulla progressione della malattia e sulla funzionalità respiratoria. I dati a tre mesi mostrano una contrazione marcata dell’indicatore, con valori che si avvicinano all’assenza di eventi acuti. Il controllo della malattia ha implicazioni cliniche rilevanti, considerato che le riacutizzazioni sono associate a un declino accelerato della capacità polmonare e a un potenziale aumento del rischio di complicanze cardiovascolari. La riduzione degli episodi acuti si traduce inoltre in un minore ricorso al ricovero ospedaliero. Lo studio proseguirà la sua fase di osservazione fino al completamento delle 52 settimane previste, fornendo una valutazione più estesa sull’efficacia a lungo termine della terapia tripla a dose fissa nella gestione della Broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Valore della ricerca clinica in Italia

Raffaela Fede, direttore medico AstraZeneca Italia, ha spiegato che «la presentazione dei primi risultati dello studio Choros Orion rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio e costituisce un esempio tangibile del valore della ricerca clinica in Italia. I risultati dello studio confermano i benefici della triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato anche nella gestione della pratica clinica quotidiana evidenziando una riduzione del tasso annuo delle riacutizzazioni da 1,6 a 0,26. I dati rafforzano ulteriormente il profilo di efficacia del farmaco già dimostrato nello studio Ethos in cui ha mostrato una riduzione rispettivamente del 24% e del 13% del tasso di riacutizzazioni moderategravi rispetto alla duplice terapia con Labalama e Icslaba e una diminuzione del 49% della mortalità rispetto alla duplice terapia Labalama».

Programma di sviluppo clinico

Fede ha poi sottolineato che «attualmente budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato è al centro di un programma di sviluppo clinico che mira ad estenderne l’impiego ad altre patologie respiratorie ostruttive come l’asma non controllato, per il quale durante il Congresso sono stati presentati i primi risultati positivi degli Studi Kalos&Logos. La nostra presenza al Congresso Ers conferma il nostro impegno in ricerca in questo ambito con l’obiettivo di trasformare il paradigma di cura della patologia ed eliminare la Bpco come una delle principali cause di morte».

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