
Alla fine del mese di dicembre del 2017, Farmindustria e Assogenerici avevano espresso forte rammarico per il ritiro di un emendamento alla legge di Bilancio che aveva come obiettivo quello di allineare, sin dall’inizio, il nostro Paese all’applicazione della normativa europea sulla “Tracciatura dei medicinali”. Secondo le due associazioni si sarebbe trattato di «una scelta che non avrebbe comportato oneri di alcun tipo per la finanza pubblica ma che avrebbe invece consentito all’intero comparto farmaceutico nazionale di non subire penalizzazioni anche in termini di capacità competitiva in ambito europeo. A breve, infatti, le imprese che operano e investono nel nostro Paese si troveranno sottoposte al doppio regime di tracciatura del farmaco: quello nazionale del Bollino, attualmente in vigore, e quello europeo di recente approvazione. Con un onere addizionale a carico delle imprese operanti in Italia valutabile intorno ai 70 milioni di euro. Doppi costi e doppia burocrazia per imprese che tra l’altro hanno un export di oltre il 70%».
È per tali ragioni che l’industria aveva chiesto «una rapida soluzione per evitare il rischio di delocalizzare la propria produzione, oggi al secondo posto in Europa di poco dietro la Germania».
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