Sono stati presentati martedì 28 luglio 2015, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Camera dei Deputati, due disegni di legge – il C.3036 e il C.3034 – firmati dal deputato Paolo Russo. Il primo provvedimento mira a rendere più rigorosa la procedura di rilascio dell’autorizzazione per le attività di distribuzione all’ingrosso dei medicinali (previste dal decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, all’articolo 100). Il secondo, mira a legiferare in modo più stringente sulla tracciabilità delle confezioni dei farmaci tramite un codice identificativo progressivo.
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«È la prima volta – ha spiegato Paolo Russo nel corso della conferenza stampa di presentazione dei due testi di legge – che mi occupo specificatamente di farmaci. Lo preciso perché il mio approccio viene dal di fuori di tale ambito: ma la tracciabilità è materia fondamentale anche di altri settori, pensiamo ad esempio ai rifiuti, all’agroalimentare. Ho letto numerosi articoli giornalistici che riportano notizie di furti di farmaci, di traffico internazionale di medicinali rubati. E ho letto che i numeri risultano crescenti, nell’ordine di milioni di euro. Per questo ci siamo interrogati su come, a tutela del consumatore, sia possibile trovare una soluzione per garantire che la tracciabilità possa caratterizzare anche il comparto dei farmaci. Mi sono meravigliato anzi, devo dire, del fatto che essa non ci sia già».
«Accanto a questo contrasto alle frodi – ha aggiunto Russo – abbiamo suggerito un’altra proposta di legge, che parte dall’esperienza della difficile reperibilità di alcuni farmaci. L’obiettivo è di articolare un sistema che scoraggi il rastrellamento di medicinali per operazioni speculative basate sulla vantaggiosa esportazione all’estero. Vogliamo chiarire meglio gli ambiti di attività dei farmacisti e dei grossisti. Ci tengo in ogni caso a precisare che si tratta di iniziative comunque aperte a miglioramenti ed emendamenti».
«La proposta di legge vuole evitare la confusione dei ruoli che si può creare nell’ambito delle carenze dei medicinali, valorizzare la professione dei farmacisti ed agevolare le indagini delle autorità – ha sottolineato Crescenzo Cinquegrana, farmacista ed esperto della materia -. La distribuzione intermedia del farmaco è rappresentata in Italia dai 200 distributori che ogni giorno consegnano medicinali, e che devono sottostare ad una serie di regole stringenti, nonché fornire alcuni servizi alle farmacie. Ad oggi il sistema funziona in questo modo: le confezioni dei medicinali vengono preparate dalle industrie, che hanno ricevuto le fustelle dalla zecca. Quindi i prodotti passano presso i distributori e finiscono alle farmacie. Spesso però queste ultime effettuano acquisti diretti dalle industrie, non di rado in quantitativi ampi: di qui nasce l’attività di commercio del farmaco. In questi casi le farmacie stanno sta operando, di fatto, come distributori intermedi: per farlo deve dotarsi di un’autorizzazione, che può essere concessa. Ma ciò che si crea è una confusione di ruoli che genera difficoltà anche agli enti pubblici, così come alle indagini dei Nas, che faticano a rintracciare il percorso dei farmaci».
Per quanto riguarda le carenze, inoltre, Cinquegrana ha spiegato che «dobbiamo ricordare che ogni Stato europeo fissa autonomamente i prezzi: nel Nord del Continente questi possono essere doppi rispetto a quelli italiani. Per questo i distributori intermedi, così come le farmacie che operano nel settore, possono essere invogliate ad effettuare vendite a grossisti di altri Paesi. Dal 2011 al 2015 c’è stato di conseguenza un vero e proprio boom di farmacie che operano all’ingrosso, così come di altri soggetti, attirati da tali margini di guadagno: il risultato è che su 1.140 autorizzazioni concesse nel 2014, solo 200 sono andate a distributori che si occupano unicamente di tale attività». Ma una norma sulla tracciabilità, prosegue Cinquegrana, «è necessaria per contrastare le notevoli attività di furto che sono state rilevate negli ultimi tempi. I prodotti rubati spesso vengono reintrodotti nel circuito legale, benché nel frattempo siano stati, magari, conservati in modo non conforme, con tutto ciò che questo comporta in termini di rischi per la salute dei cittadini. Le confezioni hanno invece codici a barre in grado di contenere la “targa” del medicinale: la proposta è perciò di trovare il modo di effettuare una lettura automatica di questi numeri lungo tutta la filiera, al fine di poter scovare i medicinali rubati».
«Le norme attuali non sono efficaci – ha osservato poi il presidente dell’ASFI, Maurizio Cini -. Questa proposta di legge vuole intervenire proprio su questo aspetto: la commistione di ruoli tra grossisti e farmacie, addirittura con bilanci sovrapposti. Il farmacista può rivendere sul territorio nazionale: mi domando quale sia la tracciabilità di quei prodotti, dal momento che essa si ferma al grossista. Per questo occorre poter risalire in modo chiaro e completo il percorso effettuato dai medicinali».
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