Era il mese di settembre del 2015, quando Roberto Tobia, allora come oggi presidente di Federfarma Palermo – Utifarma, lanciava per la prima volta l’allarme: «L’ingresso del capitale nelle farmacie potrebbe spalancare le porte alla mafia». All’epoca, l’apertura della proprietà delle farmacie a soggetti diversi dai farmacisti era ancora solo una proposta, benché incardinata all’interno del ddl Concorrenza. Quest’ultimo ora è diventato legge dello Stato e, a pochi mesi dalla sua approvazione definitiva, un nuovo monito è arrivato sul tema. A lanciarlo, stavolta è stata la commissione parlamentare Antimafia, che nella sua ultima relazione ha indicato proprio le farmacie come oggetto di «crescente interesse» da parte della criminalità organizzata. «Le considerazioni fatte oggi dalla commissione – spiega Tobia a FarmaciaVirtuale.it – sono le stesse che avevamo avanzato ormai quasi tre anni fa. Ciò che avevamo indicato, purtroppo, è stato confermato dai fatti nel corso del tempo. Per noi è da una parte una magra consolazione, dall’altra la conferma che il problema c’è, esiste e va affrontato con una presa di coscienza da parte delle autorità. La legge ormai è approvata: ciò che occorre fare è far sì che si vigili affinché si accerti la bontà di questo capitale. Si deve trattare di investitori al di sopra di ogni sospetto». Un compito che tuttavia appare arduo, tenuto con del fatto che la legge consente anche alle società di essere socie delle società di capitale: «Il rischio è che ci siano casi di scatole cinesi. Magari fondi d’investimento proprietari di società o altro che possa rendere complicato arrivare a chi davvero c’è dietro. La mia denuncia del 2015, d’altra parte, era proprio in questi termini. Già allora ne parlammo con il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, con la commissione Antimafia regionale allora presieduta da Nello Musumeci. E le segnalazioni arrivarono anche alla commissione parlamentare Antimafia di Roma. I rischi però non sembrano essere stati presi in considerazione. Ma il problema esiste: lo ha sottolineato anche il magistrato Ilda Boccassini quando ha parlato di infiltrazioni in alcune farmacie della Lombardia da parte di persone vicine alla ‘ndrangheta». Quanto alla possibilità di introdurre modifiche alla legge sulla Concorrenza nella prossima legislatura, Tobia è molto prudente: «Intanto bisogna vedere se riusciranno a costruire una maggioranza e un governo. Inoltre, se si tratterà di un esecutivo di scopo, è difficile immaginare che si possa occupare della normativa in questione».
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