
In occasione del venticinquesimo congresso Euretina 2025, a Parigi, Roche ha diffuso aggiornamenti clinici relativi a due opzioni terapeutiche per la gestione della degenerazione maculare neovascolare legata all’età. I dati presentati si concentrano sul profilo a lungo termine di faricimab e sull’avanzamento regolatorio del sistema impiantabile Port delivery platform. Lo studio Avonelle-X, definito come la più ampia indagine di estensione nella patologia, ha coinvolto un migliaio di pazienti per un periodo complessivo di quattro anni.
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Studio Avonelle-X e controllo della patologia
I risultati hanno indicato che una percentuale pari a quasi l’80% dei soggetti ha mantenuto intervalli di somministrazione della terapia estesi a tre o quattro mesi, dimostrando controllo stabile della patologia. Il profilo di sicurezza osservato è risultato coerente con le conoscenze pregresse. Levi Garraway, MD, Phd, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche, ha precisato che «i risultati a lungo termine ottenuti con Avonelle-X nella Namd sostengono la nostra missione di sviluppare e fornire farmaci efficaci per le persone affette da malattie oculari difficili da trattare».
Conferme dalla pratica clinica
Ulteriori evidenze a supporto di faricimab sono giunte dallo studio Farit3, prima ricerca condotta in contesto reale sul territorio italiano con un periodo di osservazione minimo di dodici mesi. La ricerca ha valutato l’impiego del farmaco sia nella degenerazione maculare neovascolare che nell’edema maculare diabetico. I risultati hanno documentato l’efficace controllo della malattia, con un’estensione degli intervalli di trattamento anche per pazienti in terapia con altri agenti anti-Vegf. Roche ha informato dell’avvio della revisione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali per la Port delivery platform con ranibizumab.
Port delivery platform con ranibizumab
La Port delivery platform con ranibizumab è un sistema impiantabile e ricaricabile progettato per il rilascio continuo e prolungato del principio attivo direttamente nel segmento oculare posteriore. La domanda di Autorizzazione all’immissione in commercio (Aic) si è basata sui risultati di tre studi clinici, tra cui lo studio di Fase III Archway. I dati a sette anni hanno mostrato che la metà dei pazienti ha mantenuto un’acuità visiva funzionale, con la quasi totalità dei soggetti che ha ricevuto ricariche del sistema a intervalli semestrali senza necessità di trattamenti aggiuntivi. Si tratta di un approccio potenziale per l’evoluzione dei trattamenti nel panorama terapeutico delle malattie retiniche croniche.
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