«Le recenti dichiarazioni del Ministro Speranza e le iniziative di alcune Regioni hanno sollecitato molti utenti a chiedere informazioni in farmacia sulla realizzazione dei test Covid ma, come noto, a parte poche Regioni, non ci risultano accordi in tal senso». È quanto fa sapere FarmacieUnite, sindacato territoriale in rappresentanza di diverse farmacie dislocate sul territorio nazionale. «L’apertura e l’attenzione rivolta verso le farmacie e la loro professionalità hanno suscitato nella categoria, da una parte entusiasmo, dall’altra scetticismo: le intenzioni potrebbero esser buone ma ci sono molti temi da approfondire per passare dal dire al fare. Occorre avviare un confronto tra le parti e individuare protocolli univoci che non lascino spazio all’improvvisazione, vista la pericolosità del virus».

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La posizione di FarmacieUnite

«La posizione di FarmacieUnite – evidenzia Franco Gariboldi Muschietti, presidente – tende sempre a essere proattiva e orientata al confronto è però prioritario tutelare le Farmacie che vorranno erogare il servizio, attraverso procedure e protocolli sicuri, condizione indispensabile anche solo per ipotizzare un servizio di test Covid. La sicurezza al primo posto». Le farmacie sono sempre in prima linea, soprattutto in questa fase delicata di emergenza, chiedono però di essere trattate con la stessa dignità riservata agli altri operatori sanitari, con tutele assicurative e legali specifiche, dispositivi di protezione mirati ed efficaci, oltre ad un giusto compenso commisurato al rischio».

La vendita dei test in farmacia

«Tutt’altro ragionamento si può fare – si legge in una nota della sigla – qualora si parlasse della vendita in farmacia dei test rapidi autorizzati. Le cautele non sono mai troppe per proteggere gli operatori e, conseguentemente, gli utenti che devono potersi recare nella propria farmacia senza alcun timore, consapevoli di essere garantiti e preservati da qualsivoglia pericolo di contagio. Non possiamo non osservare un evidente paradosso – conclude Muschietti – si pensa ad utilizzare le farmacie per i test diagnostici e altri servizi che si dovrebbero fare negli ospedali/strutture pubbliche, mentre gli ospedali/strutture pubbliche distribuiscono i farmaci che dovrebbero essere prerogativa della farmacia. Forse occorrerebbe mettere un po’ di ordine e rispettare le professionalità di ciascuno».

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