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L’eventuale modifica al sistema distributivo, secondo Noser, consentirebbe di calmierare i prezzi di determinati prodotti, attualmente accessibili solo attraverso le farmacie territoriali. Ciò anche alla luce delle differenze di prezzo con i mercati di Germania, Austria, Francia e Paesi Bassi. «Non c’è alcun motivo per negare ai cittadini svizzeri – ha spiegato Noser -, che sono ben informati, la possibilità di acquistare medicamenti sicuri al dettaglio». Tali spinte liberalizzatrici non sono del tutto nuove: già nel maggio del 2017 i principali attori della grande distribuzione organizzata in Svizzera avevano esercitato una forte pressione al fine di convincere i decisori politici a disporre un piano di liberalizzazione dei farmaci Otc. Decisione di non poco conto, considerato che la maggior parte delle farmacie della Svizzera è affiliata ad un grande gruppo o ad una catena ed eventuali innovazioni potrebbero rappresentare un ulteriore inasprimento della concorrenza.
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