L’Office of health economics (Ohe), organizzazione indipendente di ricerca sull’economia sanitaria, ha pubblicato il report “Incentivising new antibiotics”, nel quale viene analizzata una possibile modalità di finanziare la ricerca di nuovi antibiotici. L’idea alla base del progetto è trovare un sistema di incentivo pull, a livello globale, basato sul pagamento ai produttori di una sorta di tariffa fissa su abbonamento, stabilita in base al valore del farmaco, indipendentemente dai suoi volumi di vendita. «Il mercato degli antibiotici sta fallendo a causa dei volumi di vendita limitati, della concorrenza dei generici e dell’insufficiente riconoscimento del loro valore» spiegano gli autori. Lo studio esamina quindi questa possibile modalità per sostenere l’industria, analizzando i principali punti cruciali per attuarla, come l’entità dell’incentivo, la scelta dei paesi che dovrebbero contribuire e come assegnare valore ai diversi antibiotici. «La cooperazione internazionale e l’accordo su queste risposte – sottolineano gli autori – saranno cruciali per l’attuazione del progetto a livello globale».

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Le caratteristiche dell’incentivo pull

I meccanismi “pull” prevedono un incentivo non collegato alle vendite. Il produttore percepisce quindi una tariffa fissa annua, indipendente dal numero effettivo di dosi utilizzate. Questo permette di supportare lo sviluppo anche di antibiotici con volumi di vendita non elevati, grazie a modelli di abbonamento, cui si aggiungono estensioni di esclusività, ovvero la possibilità per il produttore di estendere il periodo di protezione brevettuale monopolistica su uno dei suoi altri prodotti, oppure di vendere questo diritto, generando ulteriori ricavi. Secondo il report, la tariffa più realistica che potrebbe essere corrisposta per un abbonamento di dieci anni è pari a 4,2 miliardi di dollari, necessari a coprire l’intero processo di sviluppo e generare un incentivo globale sufficientemente ampio e completamente scollegato dai volumi di vendita. L’abbonamento dovrebbe essere sottoscritto almeno dalle sette nazioni più ricche per Pil (G7) benché, come osservano gli autori, l’onere per questi paesi sarebbe notevolmente ridotto se, ad esempio, contribuissero le venti nazioni più ricche e l’Unione europea (G20 + UE).

Come scegliere gli antibiotici eleggibili

Scegliere i prodotti potenzialmente idonei a ricevere l’incentivo è un’altra questione fondamentale da chiarire. «Ci sono molteplici motivi per indirizzare un incentivo pull a un sottoinsieme di antimicrobici – sostengono gli autori del report –. In primo luogo, criteri di ammissibilità chiari inviano un segnale forte all’industria sul tipo di innovazione che i contribuenti ricompenseranno, dando forma al tipo di prodotti in cui investe l’industria. In secondo luogo, i contribuenti devono decidere quali prodotti hanno priorità maggiore». Secondo gli autori, il bisogno globale è relativamente ben definito, essendoci già un elenco di patogeni prioritari stilato dell’Oms, che rimarranno, secondo gli esperti, le principali minacce batteriche a lungo termine.

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