È stato presentato a Napoli il 9 maggio 2024, in occasione del congresso nazionale Arca, lo studio studio osservazionale, multicentrico, retrospettivo Minicar, “Management del paziente Ipercolesterolemico a rischio basso-moderato: quando il nutraceutico corre in soccorso dello specialista cardiologo”. Il lavoro è stato basato sull’esperienza clinica di un pool di cardiologi Arca su una popolazione di soggetti con ipercolesterolemia e rischio cardiovascolare da basso a moderato, non trattata farmacologicamente. L’obiettivo dello studio, come evidenziato dai promotori dell’iniziativa, è stato di «valutare a 60 giorni l’effetto sulla riduzione dei livelli dei lipidi plasmatici di c-ldl e dell’assetto metabolico di Liponamed, un composto nutraceutico a base di Monacoline da riso rosso fermentato (in quantità inferiore a 3mg/die) berberina, bergamotto, vitamina k2, coenzima q10». Come riferito, «lo studio ha confermato l’efficacia di una compressa bistrato al giorno di Liponamed per ottenere una significativa riduzione fino al 18% dei livelli plasmatici di c-ldl in soggetti a rischio cardiovascolare da basso a moderato. Lo studio ha anche confermato risultati significativi sulla riduzione dell’emoglobina glicata, oltre alla sicurezza del trattamento».

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I dati disponibili di 269 soggetti su 312

Ebbene, secondo i dati presentati, al sessantesimo giorno «sono stati confrontati i dati disponibili di 269 soggetti su 312 riguardanti i livelli plasmatici di c-ldl, c-hdl, trigliceridi, pcr, transaminasi, glicemia ed emoglobina glicosilata (Hb1Ac). In questi soggetti la somministrazione del nutraceutico è risultata associata a una riduzione significativa dei livelli di c-ldl (145.58 ± 24.86 vs. 118.84 ± 22.92 mg/Dl, Δ 18.4%, p < 0mila1) e colesterolo totale (229.93 ± 27.94 vs. 198.32 ± 24.57, Δ 13.7%, p < 0mila1) senza alterazioni dei livelli plasmatici di transaminasi». Inoltre, come spiegato, «nessun effetto collaterale è stato segnalato durante il follow-up. Inoltre, sebbene i soggetti arruolati non fossero diabetici, è stato osservato un miglioramento del compenso glicemico come testimoniato dalla riduzione statisticamente significativa dell’emoglobina glicosilata, a dimostrare che il trattamento ha dato benefici anche sul profilo metabolico dei soggetti trattati».

Le analisi retrospettive

Lo studio Minicar si aggiunge a tre precedenti analisi retrospettive sull’utilizzo di questo nutraceutico in soggetti con rischio cardiovascolare da basso a moderato, per un totale di 1371 soggetti a follow-up. Tali analisi retrospettive confermano complessivamente l’efficacia di Liponamed nel ridurre i livelli di c-ldl in media del 18%, agendo su tutto il profilo lipidico dei soggetti trattati, oltre che sulla glicemia glicosilata e sul grado di steatosi epatica non alcolica (situazione ampiamente diffusa nel nostro Paese e in cui l’accumulo dei lipidi a livello epatico gioca un ruolo molto importante), e ne suffragano il profilo di sicurezza, non andando a incidere sui principali marker di funzionalità epatica e infiammatoria (Cpk, Cpr, Alt, Ast).

Malattia cardiovascolare: il ruolo dei nutraceutici

Francesco Natale, cardiologo all’ospedale Monaldi di Napoli e centro dislipidemie Azienda dei Colli di Napoli, ha osservato che «diversi studi epidemiologici hanno ampiamente documentato la correlazione causale tra elevati livelli di c-ldl ed eventi cardiovascolari, inclusi infarto acuto del miocardio e ictus cerebrale. Di conseguenza, è ormai noto che a trattamenti ipolipemizzanti, anche e soprattutto in prevenzione primaria, mirati alla riduzione dei livelli di c-ldl, è associata una riduzione significativa dell’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori, e che un intervento precoce, anche attraverso il ricorso ragionato a nutraceutici contenenti mix di attivi di qualità e realizzati grazie a tecnica farmaceutica studiata ad hoc, in prevenzione primaria e secondaria, migliora l’outcome dei soggetti ipercolesterolemici». Secondo Natale «anche la tolleranza al glucosio alterata è di per sé un fattore di rischio per la malattia cardiovascolare. Interessante sottolineare come lo studio Minicar abbia evidenziato una riduzione significativa dell’emoglobina glicata dei soggetti trattati, indicando come con nutraceutici quali quello utilizzato nello studio sia possibile agire anche su fattori di rischio diversi dai soli lipidi».

Legare la conoscenza scientifica al real life

Giovanni Zito, presidente Arca, ha ricordato che si tratta di «un’associazione medico-scientifica costituita da Cardiologi che esercitano abitualmente l’attività professionale presso strutture ambulatoriali pubbliche o presso ambulatori esterni. Obiettivo dell’associazione è legare la conoscenza scientifica sempre aggiornata alla pratica di real life sul territorio per promuovere programmi di prevenzione in campo cardiologico e costruire quell’alleanza medico paziente capace di aiutare ogni paziente a gestire nel modo migliore l’approccio alla salute in ogni fase della vita. In questi termini l’attenzione alla prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari in quei soggetti che apparentemente possono non essere attenzionati è un impegno fondamentale per il cardiologo clinico. Oggi il nostro armamentario si avvale di molte risorse che spaziano da indagini diagnostiche sempre più sofisticate a trattamenti a 360 gradi che partono dagli stili di vita, per passare al nutraceutico di qualità e per arrivare alle terapie più mirate».

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