Il 28 febbraio 2019 più di 2.300 farmacisti titolari di farmacie private provenienti da ogni parte d’Italia si sono riuniti a Roma in occasione degli Stati generali della farmacia italiana. L’incontro era stato organizzato con il fine di «condividere con le altre organizzazioni del settore e a presentare alle forze politiche le proposte della categoria per valorizzare il ruolo della farmacia, dando continuità all’opera di sensibilizzazione nei confronti della politica e delle Istituzioni avviata con la prima edizione».

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Marco Cossolo, presidente di Federfarma, nel corso dell’evento ha sottolineato come le politiche del farmaco stiano mettendo in discussione la stabilità del servizio farmaceutico, giungendo in alcuni casi all’insostenibilità economica della farmacia, spiegando che «la soluzione, per Federfarma, consiste nel ridurre la spesa diretta e contemporaneamente incrementare la distribuzione per conto (farmaci acquistati dalle Asl e distribuiti dalle farmacie) adottando nuovi modelli omogenei sul territorio nazionale».

In aggiunta a ciò, Cossolo ritiene che «un altro nodo da risolvere è la remunerazione della farmacia che va sganciata dal prezzo del farmaco, valorizzando invece l’atto professionale della dispensazione e l’erogazione dei nuovi servizi, come ad esempio il monitoraggio dell’aderenza alla terapia dei malati cronici». Ciò anche alla luce di un recente studio effettuato, secondo il quale «l’aderenza alla terapia passasse dall’attuale 40% al 100% si risparmierebbero 3,5 miliardi di euro», portando ad «una migliore gestione delle risorse da parte del SSN sarebbe possibile anche con l’attuazione dei nuovi servizi in farmacia».

Nel corso dell’evento, un riferimento del dirigente è andato anche alla farmacia dei servizi, secondo cui «la legge è stata approvata nel 2009, il finanziamento da più di un anno, il prossimo 21 marzo è finalmente stato convocato il tavolo ministeriale per stabilire i criteri di individuazione dei servizi. Non accelerare l’evoluzione della farmacia dei servizi è una occasione persa per i cittadini e uno spreco per il SSN. Uno spreco per il SSN anche non coinvolgere strettamente le farmacie nella gestione della cronicità: i piani regionali ancora non danno concretezza al ruolo della farmacia».

Secondo Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, «la farmacia rurale ha un ruolo insostituibile nella sanità italiana». «Federfarma – spiega Pagliacci – è molto impegnata su questo fronte perché salvaguardare le farmacie rurali significa garantire efficienza all’intero sistema farmaceutico. Non esistono cittadini di serie B e anche chi vive nelle aree interne ha diritto a servizi fondamentali a partire dall’accesso al farmaco fino alla possibilità di svolgere analisi di prima istanza o consulti di telemedicina senza faticosi spostamenti». In tale ottica, «ne traggono vantaggio i singoli ma anche la salute collettiva. Anche le farmacie rurali sono in prima linea con la prevenzione. Grandi campagne nazionali quali ‘DiaDay’ e ‘Abbasso la pressione!’ migliorano la salute e procurano risparmi al SSN. La farmacia rurale è un baluardo della salute anche nelle zone prive di ospedali e altre strutture sanitarie».

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