Si è tenuta il 30 settembre 2024 a Milano la presentazione dei risultati italiani dello STADA Health Report 2024, alla presenza di rappresentanti del mondo medico, farmaceutico e di CittadinanzAttiva. L’indagine online, giunta alla decima edizione e condotta da Human8 per conto di STADA, ha coinvolto 46mila cittadini in 23 Paesi europei, tra cui 2mila italiani. Pensieri, desideri e paure delle persone riguardo alla sfera della salute – e i relativi comportamenti che ne derivano – sono stati scandagliati e messi sotto la lente di ingrandimento. EG STADA ha organizzato la presentazione dei dati italiani scorporati dal Report alla Fondazione Feltrinelli, in un incontro moderato da Lorella Bertoglio, giornalista scientifica e conduttrice televisiva.
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Oltre un italiano su due (il 52% dei cittadini) non è soddisfatto del Ssn
Se i trend emersi dalla presentazione europea del Report sono stati indicatori di un aumento dell’insoddisfazione per i servizi sanitari, a fronte della fiducia nei medici (non in calo), le evidenze emerse sul lato italiano del prisma, raccontate in numeri e parole dalla Research Manager Human8 Elena Madonia, aderiscono alla tendenza generale: oltre un italiano su due (il 52% dei cittadini) non è soddisfatto del Servizio sanitario nazionale. L’insoddisfazione, principalmente legata alle difficoltà di accesso alle visite mediche, non mette in discussione la fiducia verso medici e operatori. Ma oltre quattro italiani su dieci chiedono sia migliorato l’aspetto relazionale dell’assistenza sanitaria, a fronte del processo di digitalizzazione che sta interessando il settore medico, al quale i concittadini sono favorevoli. Il malcontento registrato dal Report non pregiudica la fiducia riposta dagli italiani nella medicina convenzionale: è superiore alla media europea, il 77% contro il 69%. Viene riconosciuta la competenza di medici e farmacisti, uno dei principali fattori di affidabilità.
Calo della soddisfazione verso il Ssn
Nel dettaglio, la soddisfazione verso il Servizio sanitario nazionale continua a calare e passa dal 69%, registrato nell’edizione 2021 del Report, al 48% di quest’anno. Per il 70% degli intervistati la causa è attribuibile proprio alla difficoltà di ottenere un appuntamento, il 31% del campione lamenta standard di cura inadeguati e il 20% cita la mancanza di accessi ai servizi di prevenzione, specie al Sud. Sul delicato e imprescindibile tema della prevenzione è confermato un dato che preoccupa: quasi sei italiani su dieci (il 59 %) non si sottopongono a screening, controlli preventivi (il 62% degli uomini), in particolare la fascia dai 18 ai 34 anni (il 69%). Sull’argomento si rileva scarsa sensibilità, aspetto già emerso nella precedente edizione.
I dati sull’uso dell’online per accedere alle informazioni
Anche nel campo della salute la digitalizzazione è tra i temi caldi. Oltre l’80% del campione fa uso di piattaforme digitali o fonti su Internet per recuperare informazioni: in primis il cosiddetto Dottor Google (il 59%), seguito da articoli online (il 35%), siti web di istituti sanitari o di aziende farmaceutiche (il 19%), infine influencer (il 17%). C’è apertura e fiducia verso l’intelligenza artificiale, a supporto degli operatori sanitari (il 31%), e nei confronti della digitalizzazione: il 60% è favorevole all’utilizzo di cartelle cliniche elettroniche, il 41% dei foglietti illustrativi elettronici, il 35% delle app. Ma questi dati emergono congiuntamente a quelli che mettono in luce come gli italiani richiedano maggiore attenzione alla componente umana e relazionale dell’assistenza (oltre il 40%) e un approccio olistico alla cura (il 36%), dove la salute mentale non è meno importante di quella fisica. Un binomio dichiarato, tanto che lo STADA Health Report si è espressamente concentrato sul tema della salute mentale.
I dati sulla salute mentale
Oltre un italiano su due (il 57%) soffre di solitudine (negli altri Paesi europei la media si ferma al 52%), mentre il 20% dei cittadini di burnout: problematiche che riguardano principalmente le donne e gli under 35. I giovani sono anche coloro che più lamentano l’impatto che la solitudine genera sulla qualità delle loro vite. L’orario lavorativo è la principale causa, seguita dalla perdita di un caro e dal troppo tempo trascorso sui social media. Ciò fa emergere la necessità di proposte per fronteggiare e alleviare questo stato: un migliore work life balance per le fasce più giovani, sostegno per le persone anziane, accesso a strutture per il tempo libero e miglioramenti degli standard di retribuzione per le donne.
Centralità della farmacia nel supportare i bisogni della popolazione
Salvatore Butti, General Manager & Managing Director EG STADA Group, ha commentato i dati, ricordando il ruolo centrale della farmacia nel supportare i bisogni della popolazione, in tutte le fasce d’età: «Il tema della prevenzione è ricorrente, ma – come il presidente emerito Simg Claudio Cricelli ha ben inquadrato – il problema è la difficoltà d’accesso alla prevenzione e agli appuntamenti a livello regionale, per motivi economici o burocratici. Da parte nostra, possiamo essere promotori di una sensibilizzazione, tramite sia il Report sia il “Tour della Salute”. Farmacia e medico di medicina generale, in stretta connessione, possono fare molto. I dati non mi hanno sorpreso. Quel che, invece, maggiormente mi ha colpito è il senso di solitudine nei giovani, che deve far riflettere». Commentando il percorso di digitalizzazione, Butti ha poi aggiunto: «Nel momento in cui il tema è la salute, l’approccio non può che essere olistico a ogni età e la tecnologia essere vista come un supporto alle persone fisiche, partendo dal territorio».
Problemi di sostenibilità del Ssn
Andrea Mandelli, presidente Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), ha sottolineato l’evoluzione del ruolo del farmacista. «Abbiamo cercato di cambiare pelle attraverso la Farmacia dei servizi, proposta che la Federazione fece nel 2005. Un iter partito da lontano, che sta avendo l’evidente riscontro, poiché il farmacista è il professionista più accessibile sul territorio». Parlando di screening preventivo, ha detto: «È chiaro che uno dei problemi del futuro sarà la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, dunque proprio puntando alla prevenzione si andrà a evitare la spesa sanitaria stressata. La risposta sta di nuovo nella Farmacia dei servizi, dove si possono fare esami e test, ad esempio di tipo cardiaco e del colon-retto». Sull’evoluzione della Farmacia dei servizi è intervenuto, in collegamento, anche il segretario Federfarma Roberto Tobia: «Ricordiamo che la farmacia non vuol porsi in antitesi, ma a supporto del medico di medicina generale». Mandelli ha quindi evidenziato come il tema della carenza dei sanitari riguardi, a cascata, anche i farmacisti: «Gli eroi del Covid non hanno portato bene ai professionisti della salute».
Preoccupazione per uso improprio delle app
Il dato di realtà è «ineludibile: stanno mancando in Italia 3.114 medici di famiglia» ha commentato la giornalista Bertoglio. Fiorenzo Corti, vicesegretario Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), ne ha delineato il motivo: «Al momento c’è un problema legato al fatto che medico di famiglia e pronto soccorso sono tra le attività meno ambite, molti colleghi hanno optato per la specializzazione». Sul versante digitalizzazione, Corti ha poi rimarcato che il paziente ha bisogno di una figura fisica con cui parlare: «Sono preoccupato per l’uso improprio delle app, in relazione ad alcune tipologie di prestazione».
Ascolto e soft skills nei confronti di giovani e meno giovani
Tra gli intervenuti in Fondazione Feltrinelli, Paolo Levantino, segretario Federazione nazionale Giovani Farmacisti (Fenagifar): da «giovane farmacista» ha messo in luce come i canali digital non vadano a ostacolare, ma rafforzino in modo smart, il rapporto con il paziente-cliente. «Quello che dobbiamo fare è pensare che il digitale sia uno strumento aggiuntivo, funzionale alla consapevolezza continua del paziente». E parlando del senso di solitudine che il Report ha rappresentato in numeri agli addetti ai lavori, Levantino ha rilevato la necessità per il farmacista di sviluppare ascolto e soft skills nei confronti di giovani e meno giovani, «prendendo in carico un bisogno a 360°, in chiave olistica».
Farmacista persona più prossima a cui esprimere le somatizzazioni
In tal senso Fofi e Cnop (Consiglio nazionale Ordine degli Psicologi) hanno messo a terra di recente un gruppo di lavoro per definire un modello di collaborazione. Interpellata in proposito, Michela Pensavalli, vice presidente Federazione Italiana Psicologi, ha rammentato che «la solitudine (dati Oms alla mano) è la maggior minaccia globale, da distinguere dall’isolamento sociale legato al periodo di pandemia. Il paradosso della nostra società è nell’essere vicini fisicamente, sentendosi al contempo soli. Se un italiano su tre ha difficoltà d’accesso alle cure, allora è il farmacista la persona più prossima cui esprimere le somatizzazioni, sintomi avvertiti come fisici, ma spesso colpo di coda dell’ansia. L’alleanza psicologi-farmacisti è una buona pratica: noi speriamo in questa task force, nel contesto di una rete di prossimità al paziente». Cricelli ha messo in evidenza la relazione tra questa solitudine dei giovani e i social nel loro uso intensivo e crescente, «perché nella stragrande maggioranza dei casi la cosiddetta solitudine da social, così definita da ricerche scientifiche, è segnalata dagli stessi utenti, che evidenziano la superficialità delle interazioni online e delle relazioni tout court». Al riguardo, Corti ha ricordato che in alcuni studi dei medici di famiglia è ormai fissa la presenza di uno psicologo, mentre Butti – elogiando il dialogo tra Fofi e Ordine degli Psicologi – ha evocato la scuola come ambiente per captare sul nascere i disagi e il ruolo-sentinella del farmacista.
Il riferimento alla solitudine degli anziani
In relazione all’argomento, Giovanni Petrosillo, presidente Federfarma Sunifar, parlando delle farmacie nelle località rurali e del supporto nella gestione delle patologie minori, ha fatto riferimento anche alla solitudine degli anziani: «Non di rado ci accorgiamo che vengono in farmacia non perché hanno bisogno di una cura. Hanno bisogno di noi. E allora li ascoltiamo». Riuscire a intercettare i giovani, le nuove generazioni, «comunicare loro adeguatamente cosa significherebbe perdere un bene così prezioso come il Ssn», è, infine, secondo Mandelli uno dei temi sulla graticola: «I cittadini cambiano e noi dobbiamo cambiare con loro. Allo stesso tempo, operatore sanitario e cittadino sono una coppia che va mantenuta, specchio di una relazione di cura stabile, oltre ogni forma di digitalizzazione».
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