La pubblicità è l’anima del commercio farmaceutico. Questo almeno è quello che si può dedurre dall’atteggiamento degli Stati uniti d’America che, nell’arco del 2014, hanno deciso di investire somme considerevoli negli spot dei medicinali indirizzati ai consumatori. Rispetto all’anno precedente, gli indicatori di spesa sono stati decisamente accompagnati dal segno più.
Secondo i dati Nielsen elaborati per MedicalMarketing&Media (e riportati da adnkronos), infatti, la spesa di 3,8 miliardi di dollari fatta registrare nel 2013 è cresciuta, nel 2014 appunto, fino a 4,5 miliardi, facendo registrare un incremento di quasi il 21%.
Si tratta della cifra più elevata dal 2010, anno in cui la spesa delle aziende farmaceutiche sfiorò i 4 miliardi.
Chiara anche la scelta dei canali di comunicazione. La parte del leone è stata assunta dalle televisioni, visto che ben 3,2 miliardi sono stati destinati a spot proiettati sul piccolo schermo. Crescita del 13%, invece, per le riviste, alle quali sono stati indirizzati 1,2 miliardi di dollari. Più in sordina i quotidiani. In questo caso, la spesa di 127 milioni ha fatto registrare una riduzione degli investimenti pari al 15%.
A guidare la classifica degli “spendaccioni” è Pfizer. La società che opera nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione dei farmaci ha incrementato i suoi investimenti del 29% rispetto al 2013 grazie a una spesa che supera di poco il miliardo di dollari. Una cifra enorme se si pensa che la seconda posizione di questa speciale graduatoria è stata occupata da AbbVie, che ha deciso di destinare alla pubblicità 363 milioni.
Tra i primi venti figurano anche Johnson & Johnson e Sumitomo. Queste ultime sono le aziende che hanno aumentato maggiormente gli investimenti (+123% per la società americana e +634% per quella giapponese).
Stando sempre ai dati Nielsen, i prodotti più pubblicizzati sono l’anti-impotenza Cialis di Eli Lilly, con una quota vicina ai 250 milioni, l’anticoagulante Eliquis Bristol-Myers Squibb, 219, e il viagra di Pfizer, per il quale l’investimento, in crescita del 32% è di 211 milioni.
Cifre enormi se confrontate con quelle fatte registrare in Italia sempre nel 2014. Basti pensare che nella penisola il primo spender in pubblicità (come riportato sul sito fedaiisf.it) è stata la farmaceutica Procter & Gamble che ha investito 118 milioni, superando così Volkswagen, Barilla, Ferrero e Vodafone.
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