L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha pubblicato i dati relativi al monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata del 2019. Ciò evidenziando uno sforamento della spesa farmaceutica diretta e un lieve decremento della farmaceutica territoriale. A far sentire la propria voce in merito ai dati presentati è Federfarma, la quale evidenzia che «mentre per lo scorso anno la spesa farmaceutica per acquisti diretti ha fatto registrare uno scostamento assoluto di oltre 2,6 miliardi di euro rispetto al limite imposto del 6,69% (con nessuna Regione capace di rispettare il tetto di spesa), la spesa farmaceutica convenzionata netta a carico del SSN si è attestata a 7,7 miliardi di euro, evidenziando un decremento di 16 milioni rispetto all’anno 2018».

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Per questo motivo, evidenzia Federfarma, «urge dunque un cambio di direzione, una prospettiva diversa che Federfarma ha sempre proposto con forza e determinazione in tutte le sedi, consapevole del fatto che le critiche aprioristiche a poco servono se non accompagnate da proposte concrete e fattibili, da concordare necessariamente tra decisori istituzionali e stakeholder del settore».

Da qui, alcune proposte, tra cui «ritornare alla prescrizione della maggior parte dei farmaci del Pht – evidenzia Federfarma -, non soggetti a particolari controlli clinici, da parte dei medici di medicina generale e alla loro dispensazione in farmacia: meccanismo, questo, che rappresenta lo strumento essenziale per garantire l’appropriatezza delle prescrizioni, dell’aderenza terapeutica e il contenimento dei costi del SSN, come dimostrato dai dati della spesa farmaceutica convenzionata».

A fronte di ciò «le farmacie si rendono disponibili a trasmettere i dati della Dpc – in cui dovranno convergere la maggior parte dei farmaci del Pht – anche attraverso le ricette elettroniche, con le stesse modalità oggi stabilite dall’articolo 50 delle Legge 326/2003: questo il meccanismo essenziale per garantire il monitoraggio della spesa e la puntuale verifica della prescrizione sanitaria e per assicurare l’appropriatezza delle prescrizioni».

Infine, una terza direzione palesata da Federfarma dovrebbe avere la finalità di «fronteggiare il drastico calo della spesa farmaceutica convenzionata con un nuovo sistema di remunerazione basato sull’apprezzamento, anche economico, dell’atto professionale reso dal farmacista nell’attività di controllo dell’aderenza alla terapia, in linea con le recenti modifiche apportate al decreto legislativo 153/2009 in sede di legge di bilancio 2020».

«L’alternativa a tutto ciò – conclude Federfarma -, a fronte del drastico calo della spesa convenzionata, sarà per un verso la chiusura di molte farmacie, non più in grado di mantenere il necessario equilibrio economico, e, per altra parte, lo sviluppo di un modello, favorito anche dalla norma sull’ingresso dei capitali, che vedrà la farmacia stessa non più come presidio del SSN sul territorio ma sempre più tarata sul prototipo statunitense del drugstore».

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