La spesa farmaceutica netta SSN ha fatto registrare un calo, nel corso del 2017, dell‘1,9%, rispetto all’anno precedente. Ciò principalmente in ragione della contrazione del numero di ricette, scese dell‘1,2% a quota 580 milioni (9,57 per cittadino) e del valore medio delle stesse (-0,7% il netto, -0,4% il lordo). Di conseguenza, il prezzo medio dei farmaci prescritti in convezione è calato dello 0,7%. A riferirlo è Federfarma, che riporta i dati IQVIA, secondo i quali le regioni che hanno fatto registrare le contrazioni più marcate sono Puglia, Sardegna e Sicilia (in controtendenza solo la Lombardia). Le cifre relative alla distribuzione per conto sono invece in netta crescita: +13,3% per quanto riguarda la spesa e +11% per numero di pezzi. «Questo sensibile aumento – è stato specificato – si colloca all’interno di un incremento della spesa complessiva per farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche, che nel 2017 è stato del 3,9%».
Nella nota si sottolinea il ruolo che le farmacie continuano a rivestire per contribuire al contenimento della spesa: il risparmio prodotto nell’anno di riferimento, è stato di circa 415 milioni di euro, «ai quali vanno sommati circa 67 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1 marzo 2007 e sempre prorogato». A ciò si aggiunge poi la trattenuta aggiuntiva, che «ha comportato un onere quantificabile nel 2017 in circa 188 milioni di euro». Complessivamente, quindi, «il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2017, è stato di circa 670 milioni di euro».
Per quanto riguarda poi le quote di partecipazione a carico dei cittadini, esse sono aumentate, in rapporto alla spesa lorda, passando dal 14,2% del 2016 al 14,4% dello scorso anno. L’incidenza dei farmaci a brevetto scaduto è stata pari inoltre all’80% delle confezioni e al 61% della spesa. I generici coprono una fetta di mercato pari al 29% delle confezioni e al 18% della spesa. In termini di tipologia di medicinali, infine, sono ancora una volta quelli per il sistema cardiovascolare quelli per i quali si è speso di più (benché il dato risulti in calo del 3,6%). La categoria più prescritta, invece, è quella degli inibitori della pompa acida, mentre crescono i consumi di vitamina D. La specialità più prescritta è la cardioapirina, seguita dal dibase.
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