«L’analisi del trend della spesa farmaceutica sostenuta dal Ssn mostra nel 2022 un andamento crescente, dopo un periodo di sostanziale stabilità della spesa a carico del Ssn, che si era osservata in particolare negli ultimi anni (2019-2021) corrispondenti al periodo pre e post pandemia». A farlo sapere è l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha reso disponibile il rapporto contenente il trend della spesa farmaceutica nazionale e regionale nel periodo 2019-2022. L’Agenzia ha evidenziato che «la spesa per l’acquisto privato da parte dei cittadini (circa 8,4 miliardi nel 2022) continua a essere una quota di spesa consistente che necessita di essere monitorata anche ai fini della valutazione dell’appropriatezza».

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Aumenta il divario tra spesa complessiva e stanziamento

Osservando il confronto con il periodo precedente, secondo l’Aifa «rispetto al triennio dicembre 2018-dicembre 2021, nel 2022 sembra aumentare il divario tra spesa complessiva e stanziamento. La sostenibilità della spesa, se rapportata ai livelli di finanziamento previsti (e in modo specifico la spesa relativa agli acquisti diretti), conferma l’esistenza di differenze a livello regionale». Per l’Aifa, infatti, «in un gruppo di regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana) che rappresentano più del 45% degli assistiti complessivamente le risorse coprono quasi la totalità della spesa, in altre regioni, nonostante l’effetto di “compensazione” tra le due componenti di spesa, si osservano livelli di spesa ben superiori alle risorse disponibili».

Andamento spesa farmaceutica convenzionata 2019-2022

Osservando la spesa farmaceutica convenzionata, nel periodo indicato «sia a livello nazionale che per quasi tutte le regioni si osserva un andamento decrescente nel tempo». In particolare «tra tutte le regioni, un trend decrescente della spesa convenzionata tra dicembre del 2018 e dicembre del 2022 più marcato si può osservare per Umbria (-8,9%), Abruzzo (-7,7%), Marche (-6,6%), Liguria (-5,3%), Piemonte (-5,4%) e Lazio (-5,2%)». Ciò nonostante, leggendo il rapporto, in alcune regioni si registra un andamento crescente». In particolare «è il caso della Lombardia (+5,5%), che già dal 2021 fa registrare una spesa al di sopra del tetto regionale dovuta non solo alla rimodulazione del tetto sulla spesa convenzionata nel 2021 (da 7,96% a 7,00%) ma anche a specifiche politiche regionali rispetto alla scelta del canale distributivo di alcune specialità». Inoltre, «si osserva un trend in aumento anche in Basilicata (+2,6%), Emilia Romagna (+1,5%) e nella P.A. di Trento (+1,4%). Oltre che per la Lombardia, si osserva uno sforamento del tetto, anche per altre regioni come Campania, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Puglia e Sardegna, tuttavia a livello nazionale la spesa del 2022 si mantiene inferiore al tetto della convenzionata con un’incidenza sul Fsn pari al 6,43%».

I tetti alla spesa farmaceutica del Ssn e la loro revisione

Secondo quanto rilevato dall’Aifa, «i tetti di spesa sono stati istituiti a partire dal 2008». L’Agenzia ha effettuato negli anni «molteplici rideterminazioni e spostamenti di canali distributivi. Lo sforamento divenuto strutturale del tetto fa sì che si debba procedere al ripiano di suddetto superamento se si vuole interpretare il meccanismo dei tetti come un sistema di budget e di deterrente al suo sforamento. A partire dal 2015 si è sistematicamente verificato uno sforamento via via crescente del tetto relativo alla spesa per gli acquisti diretti (ospedalieri) e una capienza anch’essa crescente del tetto relativo alla spesa farmaceutica convenzionata». La stessa Agenzia ha ricordato che «lo sforamento del tetto per acquisti diretti è a carico delle aziende farmaceutiche e delle Regioni nella misura del 50%, rispettivamente, mentre lo sforamento (mai avvenuto) del tetto della convenzionata avverrebbe nella misura completa del 100%». Si rimanda al report integrale pubblicato sul portale Aifa.gov.it o alla sezione “Documenti allegati”.

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