
Le cause di questa riduzione di spesa e ricette vengono individuate nel crescente ricorso alla distribuzione diretta e a quella per conto da parte delle ASL, ma anche nella revisione del prontuario, entrata in vigore a ottobre 2015, e negli interventi messi in atto per contenere le prescrizioni promosse dalle ASL nei confronti dei medici. Nei primi sei mesi del 2016 le ricette sono state oltre 300 milioni, in media 4,95 per ciascun cittadino, mentre le confezioni di medicinali erogate a carico del Sistema Sanitario Nazionale sono state oltre 571 milioni, in media 9,4 per ogni cittadino, con una diminuzione del 2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Rilevante il contributo delle farmacie al contenimento della spesa: nel primo semestre il risparmio è stato di oltre 380 milioni di euro. Le farmacie hanno inciso, oltre che con la diffusione degli equivalenti, in particolare con gli sconti per fasce di prezzo incrementati della trattenuta fissa del 2,25%, che hanno prodotto nel primo semestre un risparmio di circa 350 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 34 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali. Cresce anche il trend delle quote di partecipazione a carico dei cittadini, la cui incidenza sulla spesa lorda è passata dal 13,6% di giugno 2015 al 14,1% di giugno 2016. Nel primo semestre di quest’anno, i cittadini italiani hanno pagato complessivamente oltre 773 milioni di euro di ticket sui farmaci.
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