spesa farmaceuticaÈ stato pubblicato dal centro Cergas dell’università Bocconi di Milano il “Report Annuale dell’Osservatorio Farmaci” per l’anno 2017, nel quale sono illustrati «la spesa per farmaci in un’ottica comparativa internazionale, il trend nazionale dal 2001 al 2017, i dati regionali e le previsioni di spesa per il 2018-2020».

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Secondo il documento, la spesa farmaceutica totale – che include tutti i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, al lordo ad esempio dei payback – «ha raggiunto i 28,1 miliardi di euro nel 2017 (464 euro pro-capite), di cui 19,5 a carico del SSN (322 euro pro-capite) e 8,6 (142 euro pro-capite) a carico del paziente». Al contempo, «la copertura pubblica della spesa farmaceutica non solo è elevata, ma nonostante le misure di contenimento della spesa, ha subito una riduzione nel tempo non particolarmente significativa (dal 74% nel 2001 al 69% nel 2017).

L’incidenza della spesa farmaceutica totale sulla spesa sanitaria è rimasta sostanzialmente stabile dal 2001 ed è pari al 18,2% nel 2017, quella sulla spesa sanitaria pubblica è scesa dal 18,3% nel 2001 al 16,7% nel 2017». Ma il mix della spesa pubblica per farmaci è cambiato fortemente al suo interno: «Nel 2001 la spesa convenzionata rappresentava l’82% della spesa farmaceutica pubblica; nel 2013 tale incidenza è scesa al 53% e nel 2017 al 42%. Ciò è dovuto al prevalente lancio sul mercato di prodotti specialistici e all’uso diffuso di forme alternative di distribuzione dei farmaci. Dal 2013 al 2017 la spesa per farmaci in distribuzione diretta e per conto è passata dal 30% al 41% della spesa farmaceutica pubblica complessiva».

Per quanto riguarda poi la spesa privata, «dal 2001 al 2012 è aumentata la quota relativa ai prodotti rimborsabili, dal 7,9% nel 2001 al 34,7% nel 2012, con una stabilizzazione al 35% negli anni successivi. La restante quota (65% nel 2017) è rappresentata dalla spesa per farmaci non rimborsabili dal SSN». A livello geografico, il rapporto spiega quindi che esistono ancora grandi differenze nelle politiche del farmaco tra regioni «più propense all’adozione di forme alternative di distribuzione dei farmaci (ad esempio, Emilia Romagna e Toscana) e regioni che hanno invece puntato maggiormente sulle compartecipazioni alla spesa (ad esempio, Regione Lombardia)».

Inoltre, «nelle Regioni del Centro-Sud in media è maggiore la spesa farmaceutica pubblica, mentre in quelle del Centro-Nord la spesa privata». In termini di trend, poi secondo la Bocconi, «nel prossimo triennio dovrebbero proseguire il calo della spesa convenzionata netta (-1,1%, – 0,4% e -0,7% rispettivamente nel 2018, 2019 e 2020) e la crescita della spesa per farmaci acquistati da aziende sanitarie (3,5% nel 2018, 6,6% nel 2019 e 2,7% nel 2020)». A ciò si aggiunge che «l’avanzo sulla spesa convenzionata, dai 473 milioni di euro passerà a 569 milioni nel 2018, 730 milioni nel 2019 e 903 milioni nel 2020. Lo sfondamento del tetto sulla spesa per farmaci acquistati direttamente dalle aziende sanitarie, passerà da 1,59 miliardi di euro a 1,82 miliardi nel 2018, 2,46 miliardi nel 2019 e 2,67 nel 2020. È evidente che il problema all’origine del sistema dei tetti (sotto-finanziamento del tetto sulla spesa per acquisti), in assenza di compensazione tra gli stessi, produrrà di fatto un payback sempre più rilevante e difficilmente gestibile».

Infine, «il confronto internazionale della spesa per farmaci, basato sui dati OCSE, risente della incompletezza (non sono inclusi i farmaci utilizzati per pazienti ricoverati) e variabilità dei dati (soprattutto sulla componente di spesa privata). In generale si può affermare che la spesa complessiva e pubblica pro-capite per farmaci in Italia è in linea con la media europea, con valori inferiori a Germania e Francia e superiori a Regno Unito e Spagna. Il dato è sopra la media se si fa riferimento all’incidenza sul PIL e, con riferimento alla componente pubblica, all’incidenza sulla spesa sanitaria».

Documenti allegati (link esterno verificato il 6 novembre 2018):
Report integrale Cergas

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