«La spesa farmaceutica netta SSN ha fatto registrare nel 2021 un calo del -0,3% rispetto al 2020. Questo dato è il frutto di una combinazione di fattori e, cioè, di un aumento del +2,2% del numero delle ricette SSN, mediamente di valore più basso rispetto al 2020 (netto -2,5%; lordo -2,6%), in quanto, pur contenendo medicinali di prezzo mediamente più alto rispetto al 2020 (+0,4%), presentano mediamente un minor numero di confezioni per singola ricetta (-2,1% rispetto al 2020)». È quanto si legge sulla pagina «Spesa e consumi farmaceutici Ssn» disponibile su Federfarma.it, che contiene i dati di spesa gennaio-dicembre 2021. A renderli disponibile lo scorso aprile è stato lo stesso sindacato territoriale, riportando dati aggregati Iqvia. Nel 2021 «le ricette sono state quasi 557 milioni, pari in media a 9,40 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali a carico del SSN sono state un miliardo e 24 milioni (-4,2% rispetto al 2020). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 17,2 confezioni di medicinali a carico del Ssn, di prezzo medio pari a 9,42 euro».

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Andamento della spesa regionale

Nella stessa area Federfarma riporta l’andamento della spesa a livello regionale, mostrando regione per Regione l’andamento della spesa netta e del numero delle ricette nel 2021 rispetto al 2020. Nel dettaglio «il calo di spesa, che caratterizza la quasi totalità delle Regioni, è più evidente in Molise (-3%), Valle d’Aosta (-2,5%) e Liguria (-1,9%). Il numero delle ricette aumenta in tutte le Regioni, tranne che in Molise (-0,9%) e in Sardegna (-0,6%)». Quanto ai farmaci acquistati dalle Asl, Federfarma evidenzia che «i dati Iqvia relativi per il 2021 evidenziano, all’interno della spesa per acquisti diretti di farmaci da parte delle strutture pubbliche, un calo della spesa per farmaci in distribuzione diretta (-1%) e un aumento del +11% della spesa per farmaci erogati dalle farmacie in regime di distribuzione per conto, da collegare all’incremento di questa forma di distribuzione in concomitanza con l’emergenza sanitaria da Covid-19».

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