spesa farmaceuticaSi contrae ancora la spesa farmaceutica convenzionata, che nel periodo gennaio-luglio 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, ha segnato un -0,2% per la spesa lorda, cioè la spesa farmaceutica a prezzi al pubblico comprensiva di IVA, pari a 14 milioni di euro (su un totale di 6557,5 milioni); e un -0,6% per quanto riguarda la spesa netta, ovvero la spesa farmaceutica a carico del SSN comprensiva di IVA, al netto degli sconti a carico della filiera distributiva, pari a 33,8 milioni di euro (su un totale di 5116,9 milioni). Segno meno anche per il numero delle ricette erogate in regime di assistenza farmaceutica convenzionata, che calano dello -1,7% (pari a 6,3 milioni di unità su un complessivo di 358,2 milioni).

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Cresce invece la compartecipazione totale, vale a dire la spesa sostenuta dal cittadino per ogni forma di compartecipazione a suo carico per medicinali erogati in regime di assistenza convenzionata (come ad esempio il ticket), che sale di 2,4 punti percentuale arrivando a 912,3 milioni (22 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2014). A fornire i dati è l’AIFA, l’Agenzia Italia del Farmaco.

L’aumento più significativo della spesa farmaceutica convenzionata netta si è avuto in Lombardia, che nei sei mesi in esame ha speso 37.256.751 euro in più, pari al 4,7%; mentre la regione più penalizzata è stata la Sicilia, che perdendo il 7,6% ha “risparmiato” 35.079.520 euro.

La spesa relativa a tutte le compartecipazioni a carico del cittadino è cresciuta in tutte le regioni eccezion fatta per il Piemonte (-0,6%), Molise (-1%) e Sicilia (-1,9%); mentre la variazione più significativa si è avuta nella provincia autonoma di Trento, che ha segnato un incremento rispetto al suo stesso valore del 2014 pari al 35,5%. I consumi (il numero delle ricette) sono calati quasi in tutta Italia, tranne che in Campania (+1,6%), in Sardegna e Molise (+0,8% per entrambe) e la già citata provincia di Trento (+0,2%). Il decremento più consistente si è registrato invece in Veneto (-8,3%).

Ad aumentare è anche il consumo di farmaci di fascia A (espresso nel documento dell’AIFA in DDD – Dosi Definite Giornaliere), che nel semestre in esame è cresciuto a livello nazionale del 8,8%, incrementando di 1.191.782.973 DDD; con una variazione assoluta più significativa in Lombardia (255.309.801 DDD) e quella percentuale a Trento (+20,6%).

La spesa per la distribuzione diretta di fascia A aumenta invece quasi di un terzo (+28,8% pari a 552.507.598 euro) rispetto allo stesso semestre dell’anno passato, con una punta di spesa nel Lazio pari a 77.372.423 euro. Il tetto di spesa programmato (11,35%) è stato sforato, arrivando al 12,3% del Fabbisogno Sanitario Nazionale previsto (12,1% se si considera la spesa farmaceutica al netto dei pay-back delle Aziende Farmaceutiche a beneficio delle Regioni). A pesare di più sul superamento è stata la Sardegna, che si è scostata del 14,8% rispetto a quanto previsto a livello regionale. Virtuose solo Umbria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Veneto, Trento e Bolzano; segno rosso per tutte le altre.

Male anche per quanto riguarda la verifica del rispetto del tetto di spesa programmato della spesa farmaceutica ospedaliera (3,5%), che nel periodo gennaio-luglio 2015 è cresciuto del 5,3% sforando su tutto il territorio eccetto Trento.

Infine, superiore al tetto di spesa (del 14,85%) anche la spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera, che ha segnato in tutto il territorio il 17,5% (in aumento ovunque tranne Valle d’Aosta, Bolzano e Trento).

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