
In particolare la spesa farmaceutica netta – che l’Aifa ottiene sottraendo da quella lorda, tra le altre cose, gli importi derivanti dai ticket (per ricetta e come compartecipazione al prezzo di riferimento), gli sconti obbligatori a carico del farmacista (in media pari al 3%), gli extrasconti derivanti dalle misure di ripiano (0,6% a carico del produttore, dei farmacisti e dei grossisti) – risulta calata soprattutto in una regione: la Sicilia. L’isola ha visto infatti scendere il totale dell’11%, con un decremento di quasi 265 milioni di euro. Cali più contenuti, ma comumque superiori al 3%, anche in Molise, Umbria, Emilia Romagna, Liguria e Veneto. In controtendenza invece la provincia di Bolzano, che ha registrato un incremento dell‘1,66%, mentre risultano sostanzialmente stabili le cifre relative ad Abruzzo, Marche e Puglia. Per quanto riguarda il numero di ricette, indice dell’andamento dei consumi, il calo più evidente è quello registrato in Veneto (-3,7% nel 2014 rispetto all’anno precedente), mentre al contrario i valori risultano in aumento superiore al 3% in Molise, Puglia e provincia di Trento.
L’Aifa ha quindi analizzato la spesa pubblica farmaceutica territoriale rispetto al tetto programmato dell’11,35%. A sforare la quota sono state nove regioni: Sardegna, Puglia, Calabria, Lazio, Campania, Abruzzo, Sicilia, Marche e Molise. Un elenco che cresce ulteriormente se si prendono in considerazione anche le regioni che hanno superato il tetto previsto per la spesa farmaceutica ospedaliera. Da segnalare, infine, il totale del pay-back applicato a carico delle aziende farmaceutiche, che è stato pari in totale ad oltre 105 milioni di euro.
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