farmacistiLa maggioranza dei farmacisti italiani non appare particolarmente contenta del proprio lavoro, non ritiene di godere di sufficienti possibilità di aggiornamento professionale e, potendo tornare indietro nel tempo, non sceglierebbe neppure di ripercorrere lo stesso cammino. È questo il quadro che emerge da un sondaggio lanciato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, che hanno risposto senza celare le loro inquietudini e la loro sfiducia rispetto al futuro. Si tratta, lo sottolineiamo per dovere di precisione, di un’indagine che, per le sue dimensioni, non può fotografare l’intera realtà della categoria. Ma per le percentuali ottenute, rappresenta senza dubbio un campanello d’allarme.
Il 35% dei partecipanti ha spiegato infatti di non essere «per nulla soddisfatto» delle mansioni e degli incarichi ricoperti da quando ha conseguito la laurea in Farmacia, mentre un altro 31% si è detto «poco soddisfatto». Solo il 5,7% ha affermato di essere invece pienamente contento del proprio lavoro, al quale si aggiunge un 25% di persone «abbastanza soddisfatte». Anche in riferimento al posto di lavoro ricoperto attualmente, i dati non si discostano in modo sensibile: si dichiarano per nulla soddisfatti o poco soddisfatti, rispettivamente, il 37,5 e il 27,9% dei farmacisti. E solo l‘8,6 e il 20,2% si dice molto o abbastanza soddisfatto. Ancor più drastiche le risposte alla domanda: «Se potesse tornare indietro, sceglierebbe lo stesso percorso di studi?». In questo caso una schiacciante maggioranza, quasi l’80%, si è espressa in senso negativo. I partecipanti si sono dimostrati poco contenti anche delle opportunità di aggiornamento professionale: il 44,2% ritiene che non siano affatto soddisfacenti e il 18,3% che lo siano poco. L’opzione «molto soddisfatto» si ferma ad un contenutissimo 2,9%, seguito da un 20,2% di persone che hanno spiegato di essere «abbastanza soddisfatte» (più del 14% ha risposto invece in modo neutro). Se, inoltre, circa il 30% degli intervistati ritiene che il ruolo del farmacista mantenga le proprie caratteristiche di punto di riferimento sanitario nella società attuale, quasi il 49% la pensa invece in modo opposto. Infine, alla domanda sulle prospettive future, il pessimismo si manifesta in modo eclatante: circa l’85% dei farmacisti che hanno partecipato al sondaggio si ritiene poco o per nulla ottimista. Mentre meno del 10% vede “rosa”. «Siamo ridotti a meri negozianti passa-scatolette e con stipendi ridicoli», ha commentato un intervistato. «Abbiamo studiato tanto ma siamo visti come semplici “commessi” anche da chi ci assume», gli ha fatto eco un altro. C’è poi chi punta il dito contro «la burocrazia che ci soverchia» e chi se la prende con «la casta».

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