software per farmaciedi Gianni Zannini

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L’atmosfera di crisi ha purtroppo avvolto anche il settore farmaceutico, fino a qualche anno fa risultava inimmaginabile pensare a farmacie che procedevano al fallimento o che si trovassero in difficoltà economiche insostenibili, ma questo processo, che ha coinvolto ormai tutti i settori dell’economia italiana, nel caso della farmacia, è stato favorito anche da una sorta di rilassamento sul controllo dell’attività , come dicevo prima infatti, nessuno poteva ipotizzare lontanamente una debacle economica, che avrebbe portato un settore così florido e quasi un’isola felice, a fare i conti con non poche difficoltà. Oggi bisogna reagire a questa situazione fondamentalmente lavorando senza sprechi, cercando di trarre il massimo profitto dall’attività di farmacia, acquistando e vendendo meglio ma anche cercando nuove soluzioni di vendita e di servizi alternativi, non rimanendo sull’idea fissa della sola ricetta.

Per tutto questo molti farmacisti riescono a fronteggiare le difficoltà con la propria professionalità, ma penso che molto possa aiutare anche la presenza ed il ruolo della società che in farmacia gestisce il software gestionale e cioè: la software house.
L’informatica nelle farmacie era stata introdotta come una sorta di modernità negli anni scorsi, facendo vantare il titolare di una prestigio tecnologico, che pochi potevano avere (parliamo della fine degli anni ottanta) ma poi, pian piano, è diventata sempre più una presenza fondamentale nella gestione lavorativa della farmacia.
Oggi, abbiamo un supporto informatico di buon livello da parte delle software house italiane, con gestionali collaudati e che si spingono anche oltre la semplice operatività giornaliera della vendita, ordine e carico merce.

Ma cosa può oggi dare in più la software house al proprio cliente farmacista? Quali vantaggi potrebbero far pendere l’ago della bilancia sull’una o sull’altra azienda ?
Penso che ormai la software house debba un po’ staccarsi dal ruolo di solo assistenza tecnologica, ma passare ad uno step successivo ed altamente professionale, cioè quello del ruolo di consulenza globale.

Si, perché il farmacista potrebbe trovare giovamento dal suo consulente software, che oltre a fargli vedere come si usa il programma, deve essere in grado anche di fargli capire come migliorare l’acquisto merce e come direzionare le vendite per un maggior profitto, aiutandolo ad entrare nella gestione e nella conoscenza delle marginalità della farmacia, cercando di capire anche prima della fine dell’anno l’andamento della stessa, magari apportando i dovuti correttivi, nel momento in cui ci si rende conto che si margina poco e male. Addirittura introdurre il cliente nel mondo del marketing, per apportare uno sviluppo economico appropriato.
Tutti questi parametri ed altri ancora, fanno della software house un’azienda d’interesse per il farmacista il quale non troverebbe solo una consulenza che va oltre l’informatica, ma proprio con questa, gestire al meglio la propria azienda. Ma poi, essere consulenti globali, non fidelizza di più i propri clienti ?

Gianni Zannini

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